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“La cannabis light è pericolosa”: il Consiglio Superiore di Sanità dice no alla vendita in Italia

In tutta Italia sono cresciuti come piantine (è il caso di dirlo) migliaia di punti vendita di cannabis light, la sostanza che si può trovare nei negozi appositi, in quelli che vendono sigarette elettroniche e persino nei supermercati. La vendita è vietata ai minori di 18 anni e la cannabis light si chiama così perché pur avendo un’alta concentrazione di CBD, che calma i nervi e fa bene a un sacco di patologie, ha il principio attivo THC sotto la percentuale illegale.

Cosa si prova a fare uso di cannabis light? Presto detto: relax. Non stona, per dirlo alla moda dei giovani degli anni ’90, non fa girare la testa, non ti fa camminare come uno zombie con gli occhi che ridono, semplicemente ti rilassa. Lo sappiamo perché ne abbiamo assaggiata un po’ di varie marche, compresa quella per sigaretta elettronica, tutto in nome della ricerca, del reportage e del giornalismo nella sua accezione più alta. Incredibilmente siamo sopravvissuti per poterla raccontare.

 

Maria Salvador, la cannabis light di J-Ax

La descriveremmo come pericolosa? Non più di un sorso di birra. Eppure è notizia di oggi che il Consiglio superiore di sanità (CSS) ha espresso il parere contrario alla vendita di cannabis light, legale in Italia dal 2017. Non ci sono studi sufficienti ad assicurare a donne incinte e anziani la totale assenza di controindicazioni. Una cosa logica quindi sarebbe, casomai, proibirne l’uso per determinate tipologie di persone e invece pare il CSS voglia vietare la vendita di cannabis light a tutti.

Questo non significa che la cannabis light verrà automaticamente vietata, visto anche l’enorme business che si è formato grazie agli smart shop e alle aziende tipo Easy Joint che producono tale prodotto (che in Svizzera si vende anche al LIDL). Qualunque sarà la risposta politica a tale affermazione del CSS, sembra che per ministro dell’interno Salvini droghe leggere e pesanti siano la stessa cosa, quindi non sarà una passeggiata di salute.

Una grossa perplessità: nei paesi in cui le droghe leggere sono state legalizzate di media si è assistito a un crollo della criminalità relativa allo spaccio illegale, in più i ricavati sono serviti per abbassare le tasse e aumentare i servizi. Rendendo illegale anche la cannabis light si assisterebbe a un incremento dell’illegalità, perché la domanda non è mai scesa e l’offerta in un modo o nell’altro arriva, quando la domanda è pressante. Ci teniamo a ricordare che sostanze nocive come alcol e tabacco sono assolutamente legali e hanno addirittura il bollino dello Stato.

Simone Stefanini

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