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La Cité du Vin è una Disneyland dedicata al vino e a chi lo ama

La Città del Vino di Bordeaux

 

È un fatto piuttosto noto: il vino è una delle cose per cui vale la pena vivere e a Bordeaux, in Francia, lo sanno da qualche millennio, visto che furono gli antichi romani a coltivare per primi la vite in Guascogna. Sono terre da vino quelle dei girondini che non hanno nulla da invidiare a quelle italiane: e adesso hanno anche qualcosa in più per allietare la visita di chi ama bersi un bicchiere in più, La Cité du Vin, un parco a tema tutto dedicato al vino.

È probabilmente una buona approssimazione del Paradiso, La Cité du Vin, ed è tutto vero: fate conto che è una specie di Gardaland, ma con i vini di una delle regioni più apprezzate per la produzione di rossi di tutto il mondo. Ma mica c’è solo il vino di Francia  – anche se ha ovviamente una parte più che centrale – è tutto lo spazio a tema a essere dedicato alla cultura del vino planetaria, e c’è dentro di tutto, e anche vino italiano, ci mancherebbe.

Più che un parco divertimenti, a vedere le immagini, ricorda un po’ un padiglione del passato Expo 2015 di Milano, ma solo visitandolo potremmo scoprirlo.

 

 

Bravi i francesi quindi che ci hanno “soffiato” l’idea per qualcosa su cui l’Italia non ha nulla da invidiare a nessun altro angolo del globo? Bravi sì, anche perché il progetto, portato a termine e inaugurato il 31 maggio scorso da François Hollande in persona, parte da lontano, e ha ottimi numeri.

La Città del Vino copre infatti 13.350 m² di spazio complessivo, 3.000 m² in cui sono racchiuse 19 aree tematiche, visite che si promettono durare almeno 10 ore, e c’è anche una sala lettura dove rilassarsi dopo la bevuta leggendo libri a tema vino. Biglietti? Costano 20 euro.

Su Divini.corriere.it si legge anche qualche altro numero interessante, per esempio all’enorme numero di bottiglie conservato all’interno della Cité du Vin, che “Quattordicimila metri quadrati, 55 metri d’altezza, a metà tra un parco divertimenti interattivo e una immensa cantina. Andreas Larsson (miglior sommelier del mondo 2007) e Michel Rolland (“l’enologo volante”, consulente di molte grandi aziende del vino) hanno scelto le 14 mila bottiglie che si troveranno all’ultimo piano, sugli scaffali di Latitude20, 800 vini da 80 Paesi, Italia compresa. Il numero 20 evoca il ventesimo parallelo, sotto al quale i vigneti sono rari“.

 

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Vedremo se l’obiettivo dei 450 mila biglietti all’anno sarà rispettato. Ma nel caso questo strano ibrido tra un parco divertimenti vinicolo e un padiglione permanente di una esposizione internazionale non vi piaccia, be’, siete comunque in una delle regioni vinicole più famose del mondo: la sete non la patirete di sicuro.

Gabriele Ferraresi

Lavoratore intellettuale salariato

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