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Maradona è il giocatore più spettacolare di Russia 2018

Certo la rete di Messi, con quel controllo di coscia e quel tocco felpato di sinistro. Certo i muscoli d’acciaio di Cristiano Ronaldo, un supereroe della Marvel nel mondo reale. Certo la sfrontata gioventù della Francia, bella, guizzante e un po’ svagata come sono tutti i giovani. E poi tutte le grandi e piccole storie di vita e di uomini, dal portiere-pastore-guardia capre dell’Iran al coraggio degli islandesi fino alla fighissima maglietta della Nigeria ma, ancora una volta, il più spettacolare di tutti è lui, El Diez eterno dell’Argentina: Diego Armando Maradona, pur non scendendo in campo neppure un minuto (per ovvi motivi) è già oggi il “giocatore” più spettacolare di Russia 2018.

 

 

Chi sia Maradona non ve lo dobbiamo certo dire noi e quello che ha fatto su un campo di calcio, diviso equamente tra camiseta dell’Albiceleste e divisa azzurra del Napoli è storia: tuttavia quello che sta facendo sulle tribune degli stadi russi è già oggi di diritto nella storia dello spettacolo o, meglio ancora, della commedia dell’arte. Diego infatti interpreta una sorta di super-uomo latino, con tutte le caratteristiche, pregi e difetti di questa figura. E forse proprio per questo lo amiamo tanto.

 

 

“Esordisce” in questo mondiale presentandosi, bello paciarotto e rotondetto, in tribuna per la prima partita dell’Argentina, quella contro l’Islanda tutto cuore, sportività e almeno un lavoro oltre il calciatore perché non si sa mai. L’Argentina gioca male e stenta contro i vichinghi, che infatti impattano la partita sull’1-1. E Diego che fa? Si presenta con un enorme cigarillos fumante dopo che, nei giorni immediatamente precedenti il Mondiale con tanto di enormi cartelli informativi, gli organizzatori russi avevano comunicato che dai loro stadi “il fumo sarà completamente bandito durante la Fifa World Cup”. Monito che, evidentemente, non vale per Diego.

 

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La seconda partita del girone è, se si vuole, ancora più tragicomica per l’Argentina. Ne prende tre dalla Croazia, non vede mai la palla e quel dieci a scacchi là, che pare essere uscito da Lo Hobbit, fa il bello e il cattivo tempo: si chiama Modric e gli vogliamo bene dai tempi in qui, al Tottenham, era l’unico ad avvicinarsi all’eleganza universale del Maestro Andrea Pirlo. Ma vogliamo che qualcuno rubi la scena Diego? Neppure per sogno. Dagli spalti Diego grida, impreca alla sorte, cerca, battendo le mani, di dare una sferzata ai distratti argentini, alza lo sguardo al cielo cercando di comunicare con chi, probabilmente, gli ha dato il sinistro. Alla fine, mentre il portiere Caballero regala gol in serie ai croati, inizia, letteralmente, a tirar su col naso. Un attacco improvviso di sinusite oppure la nostalgia canaglia per i bei tempi andati?

 

Ma è con la terza e ultima partita del girone che Maradona passa, senza soluzione di continuità, dal divino al satanico nel giro di Novanta minuti. Quando Messi realizza il gol dell’1-0 contro la Nigeria infatti Diego si alza, e quasi come fosse la replica fedele di un Faraone dell’Alto e Basso Egitto che d’improvviso si destasse dal suo sarcofago dorato, unisce le braccia sul petto e, ancora una volta, guardando verso l’alto recita una preghiera incomprensibile al dio del pallone. Qualche minuto prima si era messo a ballare con una tifosa/ammiratrice: sono un pirata, sono un signore no?

 

 

Dopo la partita non è che vada tanto bene per l’Argentina che, tra una rete mangiata subisce il pareggio delle “Aquile di Lagos”. Però, con un piede (e forse qualcosa di più) fuori dal Mondiale, il Paese che forse più si avvicina all’Italia per il modo di pensare, trova la forza per passare in vantaggio con un bellissimo tiro al volo di Rojo. Con tutta l’adrenalina di questo e di quell’altro mondo che gli scorre nelle vene (e ci auguriamo solo quella), El Diez si alza in piedi e, preso in un impeto d’ira misto a gioia, si mette “a pazzià”, dispensando, come una sorta di Antipapa molesto, gestacci a destra a manca urbi et orbi, con dita medie a profusione, parolacce urlate e un comportamento al limite della decenza. Anzi molto oltre, tanto che alla fine del match Diego sarà ricoverato d’urgenza in ospedale per un malore.

 

 

Insomma l’Argentina passa agli ottavi di finale dove si troverà di fronte la Francia, ovvero la Nazione e la Nazionale che hanno fatto dell’eleganza e del buon gusto, un po’ snob, la propria matrice stilistica. Inutile dirvi che noi non vediamo l’ora di vedere non soltanto Messi e Banega ma anche Maradona: siamo certi che troverà qualche modo inusuale per suggerire un uso improprio della baguette per i cugini d’Oltralpe.

 

Mattia Nesto

Fa che la morte mia, Signor, la sia comò 'l score de un fiume in t'el mar grando

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