Society
di Chiara Monateri 5 Gennaio 2016

Le protagoniste dei videogiochi sono le nuove top model

Una volta era il cinema a ispirare le collezioni, ora le modelle sono le protagoniste dei videogame

final-fantasy Idesh

 

Alcuni ci possono arrivare semplicemente chiudendo gli occhi, tornando nella propria stanza dell’adolescenza con la mente o riprendendo in mano manga e anime impilati tra la polvere. La fantasia di vivere all’improvviso, come per magia, una storia come quella di Video Girl Ai, in cui un personaggio uscito da immaginari giapponesi irrompeva nella vita reale, l’hanno avuta in molti. Anche la fantasia di vedere film che riprendessero queste storie, di ascoltare le colonne sonore o avere le immagini originali erano ulteriori desideri non realizzabili, perché questo mondo era slegato dalla produzione culturale mainstream e pensato solo per un pubblico di nicchia.

 

videogirlai

 

Chi sono le nuove Video Girl che popolano gli slot di Instagram e delle news, quelle che ci vengono in mente come ideale musa contemporanea? Per alcuni sono le modelle che nutrono anche i reality tv, film e vite da miliardari che i ventenni possono solo immaginare, come Kendall (Jenner) e Cara (Delevingne). Per altri, non lo saranno mai. Si può sognare un personaggio reale che nemmeno conosciamo? Forse no. A volte è più facile sognare qualcuno che non è una persona in carne ed ossa, perché in questo caso sappiamo di potergli attribuire delle qualità senza avere aspettative, proprio perché esiste solo nella nostra immaginazione.

La moda ha guardato anche attraverso questo spiraglio di identità contemporanea e a seguito di un’annata in cui le testimonial di moltissimi brand erano le modelle sopra citate, Nicolas Guesquière, stilista di Louis Vuitton, ha voluto diversificarsi e ha comunicato tramite il suo profilo Instagram la testimonial per la campagna “Series 4” della primavera estate 2016: Lightning di Final Fantasy. Per la realizzazione delle immagini Ghesquière ha collaborato con l’artista dei videogame Tetsuya Normura di Square Enix: il concept fonde realtà e fantasia richiamando tematiche di ispirazione sci-fi, spazio, anime e mondo digitale. La campagna desta curiosità per la fusione multimediatica a livello di contenuto, e per le immagini che hanno un altissimo potenziale viral, proprio perché coinvolgono un immaginario che si spinge fuori dal cerchio autoreferenziale della moda.

 

12357459_924135990973057_364421505_n Instagram - Lightning di Final Fantasy per la Primavera Estate 2016 di Louis Vuitton

 

La notizia si poteva intuire dallo show dello scorso Ottobre, nel quale Vuitton ha presentato un allestimento scenico in tema digital dove al fondo della passerella veniva proiettato un video in cui un personaggio indossava l’headset che verrà lanciato da Facebook l’anno prossimo. Il tutto mentre sfilavano modelle stile manga hi-tech, prima tra tutte Fernanda Ly, la nuova rivelazione dagli occhi a mandorla e i capelli rosa, appassionata di videogame giapponesi: una specie di Lightning in carne ed ossa, che vanta già una folta schiera di follower su Instagram.

 

a2x0017  Fernanda Ly durante lo show di Louis Vuitton per la Primavera Estate 2016

 

Su fashionista.com commentando questa collezione hanno ipotizzato che nella moda, come in World of Warcraft, potesse essere un avatar a mostrare tutte le tue qualità e riconoscimenti per dire “quanto vali” a prima vista. Ghesquière invece, a nota della suddetta sfilata, ha scritto che semplicemente la moda aiuta a liberare noi stessi e a trovare il nostro personale modo di esprimerci, e che il mood di questo show è come un invito a farlo.

 

11363737_1708176582737227_1101112017_n  “My stuff! @louisvuitton”

 

Inoltre, è da ricordare che Louis Vuitton ha ormai un lungo legame con l’arte giapponese: impossibile non citare a riguardo Takashi Murakami, che ha creato grafiche manga pop in partnership con il brand per 13 anni fino al 2015, l’anno che ha segnato la fine della lunga collaborazione.

 

murakami  Un dettaglio del QR code creato nel periodo di collaborazione tra Takashi Murakami e Louis Vuitton

 

La compenetrazione multimediale senza più barriere culturali o di comunicazione si sta realizzando completamente: d’altronde viviamo in un’epoca in cui la musica si scopre dalla PSX, e non dal negozio dei vinili. Prima ancora del gaming c’era il cinema a fare da fonte d’ispirazione. Tarantino l’aveva capito, creando personaggi che sono diventati iconici: anche i comprimari lanciavano trend. La temibile infermiera Elle Driver di Kill Bill (interpretata da Daryl Hannah), che sembrava una villain da cartone animato con cappotto trompe l’oeil di Moschino, impose il soprabito in maniera così decisiva che altri designer riproposero modelli simili, interpretandolo come un nuovo simbolo di cultura pop e non come un pezzo “passato”.

La moda si nutre costantemente di elementi contemporanei e contaminazioni per rinnovarsi: basta pensare a Karl Lagerfeld che ambienta la sfilata di Chanel in un supermarket immaginifico con Rihanna nel cast, i protagonisti di Zoolander che irrompono durante il fashion show di Valentino lanciando in modo virale il sequel del film sui social media, i tatuaggi delle modelle che non vengono più cancellati ma presi a modello (come l’anello a testa di leone di Cara Delevingne), il crescente uso delle stampanti 3d per la realizzazione di abiti e accessori e la creazione di pezzi pensati per essere prima di tutto ergonomici con tecnologia incorporata, come le cuffie bluetooth adatte anche al parkour notturno FlyOne Dark create dalla start up italiana Deewear.

 

klygulyc0wla05urwdgd  Ben Stiller e Owen Wilson (alias Derek Zoolander e Hansel) irrompono durante la sfilata di Valentino

 

Quando parliamo di elementi contemporanei che nutrono l’essenza della moda, ci si riferisce anche all’ascoltare tendenze sociali: Ghesquière ha da poco condiviso ulteriori immagini della campagna “Series 4”, in cui spicca la presenza di Jaden Smith (figlio del celebre Will), fotografato da Bruce Weber che indossa abiti femminili assieme a modelle che come lui indossano la collezione donna. In questo modo viene accolto dal marchio anche il concetto di “gender-fluid”, che sicuramente rispecchia l’idea di moda per le generazioni di adolescenti contemporanei. Dalla posa delle modelle, rimane coerente l’impostazione cyber-anime della campagna, che pare essere il punto cardine della primavera estate 2016 di Vuitton.

 

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Tutto questo a prova che la compenetrazione è costante e che la moda cambia forma passando dallo stato di simbolo a quello di insieme di simboli contemporanei, che ora hanno la novità di essere riconoscibili e assimilabili non solo per chi fa parte del sistema fashion, ma anche per le nuove community che seguono estetiche e stimoli intellettuali che sono il risultato del mash-up della cultura contemporanea. È tempo quindi di smettere di essere realisti e ricominciare a sognare perché la tecnologia sta arrivando a creare quello che tempo fa non era immaginabile nella moda, e lasciarsi andare agli accostamenti finora inaspettati di personaggi degli anime e dei videogiochi associati a brand di lusso: dream on.

 

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