Categories: Society

Stop alle molestie, un Tumblr per raccontare le molestie per strada (e farle smettere)

La passeggiata di una ragazza per le strade di New York, ripresa da una videocamera nascosta per mostrare quante molestie avrebbe ricevuto nell’arco di dieci ore di passeggiata. È stato uno dei video più visti delle ultime settimane, con tanto di versioni alternative girate in altre città.

Un video non solo visto, ma anche discusso, perché in tanti hanno obiettato che un semplice saluto o complimento per strada non può essere considerato un atto di molestia. Dall’altra parte è arrivata invece la risposta che spesso anche un saluto, se detto con un certo tono o magari con una certa insistenza, può essere molto più di un saluto.

Un’altro tipo di reazione, forse la più imbarazzante, è: “Ma chissà com’era vestita!”, che sottintende che alla base di qualsiasi molestia ci debba essere sempre una volontà della ragazza di farsi molestare, come se un certo tipo di abbigliamento fosse una sorta di implicito lasciapassare.

Per protestare contro questo modo di pensare, la 23enne statunitense Kati Heng ha creato il Tumblr StopTheCatcall (ferma la molestia, dove per catcall si intende il richiamo fatto per strada a una ragazza), in cui raccoglie immagini di ragazze che rispondono a una semplice domanda: “ma come era vestita?”. Ogni post del Tumblr è infatti composto da un’immagine in cui una ragazza si fotografa con gli abiti che aveva quando è stata molestata per strada, a cui si accompagna la descrizione di come sono andate le cose. Semplice ed efficace, per mettere a tacere una frase sempre più imbarazzante.

Su StopTheCatCall trovate tutte le immagini e le istruzioni per segnalare eventuali molestie.

[via Buzzfeed]

Natasha M, importunata da un ragazzo che ha seguito la sua passeggiata guidando lentamente e rivolgendosi a lei: “Quel giorno mi sono pentita di aver indossato una gonna e questo non è giusto”.

Emily Hawkins, seguita da un ragazzo che stava salendo le scale e ha cambiato direzione solo per seguirla.

Anonima. Lavora in un negozio di costumi e, camminando verso casa vestita così, è stata molestata da tre ragazzi che l’hanno seguita, hanno fatto apprezzamenti e hanno insistito per avere il suo numero.

Anonima. Mentre andava a casa del suo ragazzo dopo un concerto è stata avvicinata da un 60enne che le ha chiesto sussurrando se poteva palparla.

Abbie Amiotte, importunata da un gruppo di uomini mentre portava in giro il cane. Uno di loro le ha urlato: “perché ti metti quel maglione che ti copre il culo?”

 

Elisabetta Limone

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