TV e Cinema

Con Bud Spencer se ne va un altro pezzo della nostra infanzia

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Mentre eravamo ancora sbronzi di felicità per aver battuto la Spagna agli ottavi dell’Europeo, le bacheche dei social cambiavano del tutto umore. Erano all’incirca le 22.30 quando si è diffusa la notizia della morte di Bud Spencer, il gigante buono dei film più visti quando eravamo piccoli.

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Se oggi fate un giro su Facebook, troverete le bacheche intasate di ricordi, in cui la parola chiave è infanzia. Anche tra quelli che di solito rompono le scatole quando qualcuno celebra la morte di un personaggio famoso. Nella memoria di tutti noi, infatti, i pugni di Bud Spencer  sono stati un appuntamento fisso che sapevamo non ci avrebbe mai deluso. Non esiste che qualcuno non abbia mai visto uno dei suoi film, di quelli in cui lui e Terence Hill mettevano a posto i cattivi a son di sberle  e di cazzottoni sulla testa, che facevano sempre lo stesso rumore, il caratteristico cha. Pensi a Bud Spencer e ti vengono in mente il Sud America, i caschi di banane, la Dune Buggy, la frittata che non si fa con due né con quattro uova, ma con dodici, i fagioli e il canto dei pompieri.

 

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Ti ricordi di quando faceva l’allenatore di football americano per una squadra di sfigati o di com’era contrariato quando arrivava Trinità in città, ma anche di quanto gli voleva bene. Pensi subito a quegli occhietti furbi e quasi chiusi, montati su un faccione da buono che quando s’incazza fa paura. A uno che non vuole mai essere disturbato mentre mangia, perché ama mangiare.

 

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Bud incarnava il buono che non ha lati oscuri e che come i bambini risolve tutto a pizze in faccia, ma solo con chi se lo merita. Chiaro che poi ognuno di noi abbia il suo ricordo personale, era come il parente che tutti sognano da piccoli, lo zio orso che ti protegge e su cui puoi contare. I suoi film con Terence Hill sono stati l’update definitivo di quelli di Stanlio e Ollio, facevano ridere tutte le generazioni e quando li danno in replica, li riguardiamo sempre volentieri, anche se ormai li conosciamo a memoria, sicuri che ci strapperanno una risata.

È stato amato da tutti indistintamente, anche dopo la delusione della candidatura  in Forza Italia. Ti dici “Ok, gli voglio troppo bene per prendermela per robe politiche” proprio come faresti con un parente simpatico di centrodestra e continui imperterrito a guardarlo in azione, meglio se accompagnato dalle note degli Oliver Onions, che rendono le sue gesta ancora più iconiche.

 

 

Non c’è da stupirsi quindi se oggi politici, musicisti, intellettuali, complottisti, tronisti, gentisti e tutto il resto di persone normali si mettono a condividere il suo ricordo, né c’è da fare troppo i cinici se qualcuno si lascia andare al melodramma. Capita quando c’è di mezzo l’innocenza dell’infanzia, che vive di idoli immortali, di eroi da tappezzarci di poster la camera, di gente che pensi essere immortale fino a prova contraria e che, nonostante abbia vissuto una vita lunga e felice, quando se ne va non ti sembra vero.

Bud Spencer è sicuramente uno dei grandi personaggi che hanno fatto parte della nostra crescita, di quelli che ci hanno insegnato a porgere l’altra guancia sì, ma nemmeno troppo, per non passare da buoni a coglioni. Robe come questa, te le porti dietro per tutta la vita e valgono più di un anno a catechismo.

 

 

Si dia inizio quindi alle celebrazioni, guardiamo tutti insieme Altrimenti ci arrabbiamo o Lo chiamavano Trinità insieme a una birra gelata e a una padella piena di fagioli. Niente lacrime, solo risate. Poi, se prende la malinconia potete farvi un giro sul suo sito ufficiale, in cui trovate il suo ultimo album intitolato Futtetenne e in cui potrete saperne di più sulla sua vita, attraverso la web series in cui impartisce anche notevoli lezioni di vita.

Per quanto mi riguarda, uno che ha girato una scena come questa, non morirà mai.

 

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Simone Stefanini

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