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Festival di Sanremo 2015: tutti i vestiti della prima serata

Festival di Sanremo vuol dire famiglia. Molti tipi di famiglia per la precisione e non necessariamente quella super sponsorizzata da Conti con 16 figli e tanto amore per il Signore Dio nostro. Guardare il Festival da soli è un po’ come mettersi autolike, totalmente fine a sé stesso, poiché il bello di questa pazza manifestazione musicale con tutta la peggio roba uscita dai talent show è condividere. Allora via libera alla serata con i genitori che ancora guardano Sanremo per ascoltare le canzoni, via libera alle riunioni tra amici a base di birre e cori venuti male, ai messaggi e i gruppi su whatsapp creati apposta per parlar male dei vestiti delle cantanti.

La selezione di abiti visti sul palcoscenico non è niente di eclatante quest’anno. Tutto molto rosso, rosso ovunque e un sacco di lustrini, qualcosa di carino e qualcosa che avrebbe potuto rimanere attaccato alla gruccia in camerino. Vediamo nello specifico i look della serata esibiti da presentatrici e cantanti.

Emma Marrone: Nonostante la voce da minatore, Emma ha saputo mantenere una certa grazia sul palco, evitando di rendere ridicolo un vestito piuttosto impegnativo. Avevo anticipato la fissa per i lustrini ed eccoli lì, accompagnati addirittura a merletto e trasparenze. Ne viene fuori un incrocio strano tra i costumi per il pattinaggio sul ghiaccio e un matrimonio sulla spiaggia.

 

 

Arisa: La prima della serata a portare il rosso e non si inizia benissimo. L’abito in sé avrebbe delle ottime potenzialità, ma addosso alla Pippa non funziona proprio. Partiamo dal presupposto che è troppo lungo, ma la cosa angosciante è stata la mancanza del reggiseno al momento dell’entrata. Dopo lo stacco pubblicitario hanno prontamente riparato al danno, ma in foto si nota la famigerata “tetta a busta”, tripudio antiestetico di ottimismo.

 

 

Chiara: Prima cantante in gara, arriva, vince tutto e se ne va. Questo splendore firmato Stella McCartney si aggiudica il premio come miglior abito della serata ed ecco perché. Taglio essenziale e colore forte, ottima vestibilità, il fluo va sempre un casino anche quest’anno, spontanea e non ingessata.

 

 

Malika Ayane: Ecco di nuovo il rosso, stavolta per un abito morbido sul fondo ma troppo squadrato sul top, poco indicato viste le spalle possenti della Ayane.  Non sarà un vestito da gran gala, ma regge il palco con dignità.

 

 

Al Bano e Romina: Che nostalgia il Festival con questi due, eh? Anche no, nessuno ha sentito la mancanza degli orribili caftani della Power, sempre uguali dal 1972, o della spallina calata con gli strass a vista. Albano ha perso il collo, per rispetto passo oltre.

 

 

Grazia di Michele: Guanti sopra il gomito e via, non ci sono mezze misure. Se una si veste elegante mette il vestito lungo, con la balza, i ricami, il satin, gli orecchini pendenti e i guanti. La di Michele è della vecchia guardia, così come il suo outfit.

 

 

Lara Fabian: Anonima oltre ogni più sciagurata aspettativa, la Fabian si conferma appartenente a un’altra generazione. La finta pelle della camicetta probabilmente era un tentativo di trasgressione, fallito.

 

 

Arisa bis: Avevo già detto che a questa edizione di Sanremo piacciono un sacco il rosso e i lustrini? Maddai! Ecco il secondo look sfoggiato da Arisa, ovvero un’accozzaglia di colletto di camicia, maniche velate, doppia gonna, ricami e brillanti. Accumulo is the new black.

 

 

Emma bis: Meno carica della compagna valletta, ma comunque deludente. I tagli sui fianchi sono un po’ datati e quei fogliami ricamati rendono il tutto pesante nonostante la linearità del resto dell’abito. Non ci siamo.

 

 

Annalisa: Si distingue con la scelta del pantalone, punta sulle frange (quest’anno faranno furore) e rischia tutto con una giacca ricamata con pennuti dorati. Lì per lì ero sdubbiata, ma a mente fredda apprezzo il coraggio e la sfrontatezza dei galletti aurei, azzardo ripagato.

 

 

Rocio Munoz Morales: Quella che doveva essere la figa della serata è apparsa più che altro come la scema del villaggio, ha parlato soltanto per proverbi e l’hanno vestita secondo più classici degli stereotipi. Rosso, con le balze e addirittura quella noiosa crocchia con la riga in mezzo da ballerina di flamenco.

 

 

Rocio Munoz Morales bis: Non si sono certo voluti impegnare con la fantasia per questa povera donna. Ancora rosso, stessa crocchia, abito di nuovo senza spalline con corpetto rigido. Almeno è bello, ma dai, impegno zero.

 

 

Rocio Munoz Morales tris: Ed ecco confermata la lobotomia subita dagli stylist, ancora senza spalline, corpetto rigido, balze a più non posso e buonanotte. Ancora Armani, come tutti e tre i look della Morales. Visti singolarmente avrebbero spaccato, uno dopo l’altro è una pagliacciata.

Eva Cabras

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Eva Cabras

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