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Franca Valeri: 99 di questi anni da parte di tutti i tuoi cretinetti

 

Franca Valeri oggi compie 99 anni e già solo questa sarebbe una notizia grande come una casa. Eppure c’è molto di più da dire (e da celebrare) in merito a questa titanica figura di attrice, artista e sceneggiatrice così importante non solo per la commedia e la televisione ma anche per la società italiana. Ma andiamo con ordine.

La biografia di Franca Valeri è, lo diciamo subito, un vero e proprio “bignamino” della storia italiana ed europea, visto che nasce a Milano da una famiglia “bene” dell’alta borghesia, con il babbo di religione ebraica e la mamma cattolica. Cresce tra la Svizzera, la Lombardia, Venezia e Riccione (per le vacanze estive) e, dopo il periodo buio delle leggi razziali e della Seconda Guerra Mondiale, inizia ad avvicinarsi al mondo dell’arte. È stata il teatro la sua prima vera, bruciante passione, nata probabilmente a causa delle sue imitazioni dei professori del Parini e che riscuotevano tanto successo tra le sue compagne di classe. E così, fin dai tardi anni Quaranta, inizia un lungo “tour” per i teatri d’Italia e d’Europa, in particolare quelli francesi e Parigi diventerà ben presto una sua seconda casa, con una serie di spettacoli satirici che indagavano le contraddizioni della società del Dopoguerra. Franca Valeri, perfettamente a suo agio con le lingue, era amica e sodale di praticamente mezza intellighenzia milanese dell’epoca: da Camilla Cederna a Lodovico Belgiojoso, passando per Gian Luigi Banfi fino a Aurél Peressutti. In questo vivace, anzi vivacissimo contesto intellettuale ecco che Franca Valeri , diremmo oggi, da “artista delle élite” diventa “madrina popolare”.

Infatti negli anni Cinquanta, dopo aver recitato per Fellini in Luci del Varietà, inizia a proporre in radio alcuni dei personaggi che diventeranno ben presto di vero e proprio culto. Come non citare infatti la Cesira la manicure aka la Signorina Snob, personaggio che prendeva in giro i comportamenti elitari e snob della borghesia milanese (caricatura nata, come abbiamo visto, dalla sua frequentazione con questo mondo) e, “sorta di contraltare”, la Signora Cecioni, la popolarissima signora romana che passa le giornata al telefono con “mammà”. Il successo popolare arriva e Franca Valeri diventa protagonista della nascente televisione italiana, partecipando a trasmissione di successo mostruoso come Studio Uno e Milleluci.

Oscillando tra questi due personaggi e con il suo stile moderno e al passo, anzi molto avanti con i tempi, Franca Valeri a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta incarna una tipologia di donna e artista molto diverso dai canoni che allora andavano di moda. Eravamo infatti in pieno periodo da “maggiorate”, con attrici e starlette dai fisici giunonici e generosi, mentre invece “la” Valeri aveva un incarnato secco, un viso quasi picassiano e un’espressione in cui pareva ti prendesse sempre in giro. Questa sua, assoluta, particolarità trova forse la sua più perfetta sublimazione ne Il vedovo, il film del 1959 diretto da Dino Risi in cui fa coppia con Alberto Sordi.

Se pensate alla parola “boom economico degli anni Sessanta” probabilmente vi verrà in mente proprio a quel film. Con una fotografia da urlo e una Milano della crescita economica raccontata attraverso gli scorci della Torre Velasca (dove abitano i due protagonisti), Valeri e Sordi recitano i ruoli dell’imprenditrice milanese astuta e tutta d’un pezzo e l’affarista romano fanfarone e arruffone.Ribaltando i ruoli qui è “la donna che porta a casa la pagnotta e i pantaloni a casa”: Franca Valeri è infatti Elvira Almiraghi, “zarina” della Confindustria meneghina, amata, rispettata (se non temuta) da tutti e miliardaria

Alberto Sordi è invece Alberto Nardi, un bellimbusto romano sempre in bolletta (che deve farsi aiutare dalla moglie ad appianare i debiti della propria azienda), con un’amante giovane, molto attraente e“stupidina”che lo crede un fine illuminato capitano d’industria quando è invece solo uno zotico spaccone (e pure un po’ destrorso, se non peggio): state pensando a qualche “italiano illustre” di questo periodo? Sta di fatto che questa commedia degli equivoci (poi riproposta in un orrido reboot qualche anno fa da Luciana Littizzetto e Fabio De Luigi) è uno dei film più belli della “commedia all’italiana” e ancora oggi sentire Franca Valeri che appella, senza soluzione di continuità, Alberto Sordi come il mio cretinetti fa sempre un gran bene all’anima.

Dopo un lungo periodo di oblio televisivo, negli anni Novanta Franca Valeri torna sul piccolo schermo in coppia con Gino Bramieri, nella sitcom (come si diceva una volta) Norma e Felice. I due, amici di lunga data dai tempi del cabaret milanese, s’intonano alla perfezione e per tanti ragazzi cresciuti negli anni Novanta questa serie rappresenta un ricordo molto dolce (e, in fondo, una specie di “ideali dei nonni” che tutti avremmo voluto avere).

Dopo una carriera del genere, e un meraviglioso e acutissimo libro come Bugiarda no, reticente, non possiamo che non dire Novantanove di questi anni Franca, eterna ragazza della Milano bene che sa sempre parlare a tutti grazie ad un’intelligenza e un umorismo unici nel suo genere.

Mattia Nesto

Fa che la morte mia, Signor, la sia comò 'l score de un fiume in t'el mar grando

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