Se qualcuno vi dovesse chiedere come spiegare in italiano il concetto di entertainment, una buona risposta sarebbe I Mercenari 2.
Il secondo film della saga voluta fortemente da Sylvester Stallone è cinema allo stato puro ed è divertimento per un’ora e mezza. Semplice, lineare, pulito. Una storia che non ha la minima importanza, personaggi ancora più schematici dei celebri archetipi degli sceneggiatori, cattivi che – per non sbagliare – si chiamano Vilain di cognome.
Se il primo film era un album di figurine che mostrava a tratti la corda, come accade nei film di genere non perfettamente riusciti, I Mercenari 2 è un treno che corre senza il minimo sussulto, punteggiato da dialoghi fatti apposta per diventare gif animate (“Rest in pieces”, per dirne una) e formato da scene lunghe sempre e comunque il tempo necessario.
Come nel precedente, il cast è only-star e qui all’elenco si aggiungono anche Chuck Norris (e i suoi facts) e Jean-Claude Van Damme, con Schwarzenegger e Willis presenti per un minutaggio superiore. Il risultato è un continuo darsi di gomito, con citazioni più o meno meta-cinematografiche, sempre lasciate a un livello tale da essere comprese da tutti. Perché nessuno deve essere lasciato indietro. Perché è entertainment. E questo è il suo livello più alto.
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