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Dopo violento e razzista, ora è anche misogino. Tutte le polemiche che hanno coinvolto Tarantino

Kurt Russell e Jennifer Jason Leigh

 

Tarantino è nuovamente al centro delle polemiche. Il suo The Hateful Eight non è ancora uscito nelle sale – in America lo si vedrà a partire dal prossimo 8 gennaio mentre in Italia dovremo aspettare fino al 4 febbraio – ma in rete si sono già diffuse parecchie critiche che accusano il film di misoginia. A scatenare le accuse il fatto che in più scene si vede John Ruth (interpretato da Kurt Russell) abusare di Domergue (Jennifer Jason Leigh).

Il regista aveva anticipato che il suo obiettivo era appunto quello di portare lo spettatore a odiare il personaggio di Ruth: “Quando John Ruth colpisce la testa di Domergue per la prima volta, il suono del suo cranio non può che catturare il pubblico. Uno dovrebbe dire: quello è un bastardo brutale! Voglio che lo spettatore si allei con la protagonista”.

In seguito alle critiche si è espresso anche il produttore del film, Harvey Weinstein, che riferendosi a Tarantino l’ha definitoil più grande sostenitore delle donne” e ha continuato dicendo: “se davvero qualcuno sta gridando alla misoginia si riguardi Jackie Brown. Quentin scrive le parti migliori per le donne. Le sue protagoniste sono coraggiose, audaci, sono tutte donne favolose. Nessuno scrive per le donne come fa lui”.

 

 

Tarantino è sempre stato criticato per l’estrema violenza dei suoi film. La cosa gli ha creato non pochi problemi a livello distributivo. Ad esempio: In Inghilterra,  Le Iene, il suo primo lungometraggio, ha avuto solo una prima distribuzione nei cinema nel 1993 – l’anno successivo alla sua uscita in America – ed è stato bandito dal mercato delle videocassette fino al 1995. Più in generale, i critici cinematografici l’hanno spesso accusato di esaltare la violenza rendendola affascinante. Lui ha sempre risposto di essere fan di quel tipo di cinema “di genere”, dagli Spaghetti Western fino ai film sui Samurai, dove la violenza è un elemento codificato come la musica lo potrebbe essere nel musical.

La violenza nei film non può essere ‘cool’. È solo un altro colore per lavorare. Quando Fred Astaire balla, non ha un significato aggiuntivo e per la violenza è lo stesso. Non significa nulla, è un colore”.

L’atra grande critica ricorrente è quella di razzismo. Tra i suoi detrattori più accaniti c’è il regista Spike Lee che per il film del 1997 Jackie Brown l’aveva accusato di usare la parola negro in modo improprio – “Ma cos’è successo, Quentin si è innamorato di quella parola? Vuole ricevere il titolo onorario di uomo nero?  – mentre riguardo a Django Unchained Lee aveva dichiarato a Vibe magazine che trattare il tema della schiavitù in uno Spaghetti Western era gravemente irrispettoso verso i suoi antenati.

 

Django Unchained

 

A questa, ed altre critiche, Tarantino aveva risposto: “Quando mi è stato detto che in Django trattavo i neri come selvaggi non me ne è importato più di tanto. Se alla gente non piacciono i miei film, vuol dire che non amano i miei film, se non ci arrivano non importa. È stata una cosa di cattivo gusto, da tempo ormai non si è indicato il colore della pelle di uno scrittore tante volte quanto è stato fatto nel mio caso. Il colore della pelle non dovrebbe influenzare il significato delle sue parole. Tutte le cose più brutte fatte dai miei personaggi andavano lette in un’accezione negativa. Se davvero credessi che fossero giuste vorrebbe dire che sarei un super-cattivo”.

 

Jackie Brown

 

Perché è così facile prendersela con Tarantino? Probabilmente per la ragione più ovvia: ha successo. Significa che qualsiasi polemica diretta a lui ha sicuramente maggiori possibilità di fare breccia e permette a chi lo critica di avere una visibilità di riflesso. E poi perché i suoi sono film di successo: vuol dire che molte più persone si accorgono di quello che in realtà nel cinema è presente da sempre. Tarantino non si è inventato niente, i suoi film non sono meno violenti di quelli di Sergio Leone, dei film pulp di Kitano o dei film d’azione di John Woo. Ha amato e promosso il cinema di genere. Se non vi piace basta scegliere pellicole più adatte ai vostri gusti (e al vostro stomaco).

 

[via independent.co.uk]

Sandro Giorello

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