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38.000 periodici e opuscoli della Rivoluzione Francese sono stati digitalizzati e resi pubblici gratuitamente

Viviamo in un periodo di rivoluzionari, ma solo dietro la tastiera. Poca piazza, poca concretezza e niente ghigliottina. Ok, per l’ultimo parametro meglio così, per il resto, beh, di sicuro i rivoluzionari potrebbero attrezzarsi diversamente per la causa. Prendete i francesi del XVIII secolo, uno dei popoli tradizionalmente più odiati dagli italiani, spesso per antipatia a pelle senza una vera ragione oppure per le esternazioni un po’ del menga di Macron degli ultimi giorni. Ma non divaghiamo: i francesi del tardo 1700 erano poverissimi. Da una parte gli operai e i contadini, dall’altra nobiltà e clero indebitati fino al collo che vivevano nell’opulenza. “Quale soluzione se non la rivoluzione?” 

 

La Libertà che guida il popolo – Eugene Delacroix

 

Che poi persino Robespierre, il principale fautore della pena di morte per Luigi XVI e sua moglie Marie Antonietta, sia anche lui caduto sotto la ghigliottina è un segno di quanto il destino sia ironico. In ogni caso i francesi del tempo passarono da un giorno all’altro dalla monarchia assoluta ad un sistema politico in cui la volontà assoluta del popolo sostituiva quella del Re e sapete che successe? Non avendo una tradizione parlamentare, si rifecero a principi astratti e alla retorica illuminista, facendo passare tutti gli avversari politici per cospiratori contro la sovranità popolare, di fatto da denunciare e rinchiudere. Il pericolo universale della rivoluzione è infatti diventare esattamente come quelli che abbiamo odiato in precedenza.

 

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Come nella Rivoluzione Americana di qualche anno prima, i dibattiti rivoluzionari si tenevano in piazza per mezzo di discorsi, comizi e periodici o opuscoli stampati in decine di migliaia di copie. La collezione sulla Rivoluzione Francese della Newberry Library di Chicago ospita nell’archivio internet più di 30.000 libelli e oltre 23.000 periodici stampati tra il 1789 e il 1799. All’interno di questi documenti storici si trovano tutte le opinioni divergenti del periodo, da quelle rivoluzionarie a quelle monarchiche, comprese le innumerevoli pubblicazioni effimere della Prima Repubblica.

 

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Gran parte di questa collezione è stata digitalizzata e resa disponibile gratuitamente tramite la French Revolution Pamphlets Digital Initiative. La Newberry ha anche un progetto aperto di traduzione degli opuscoli dal francese all’inglese al fine di ampliare l’accesso, aiutare le lezioni in classe e sostenere le borse di studio. Tra i tanti documenti processuali e propagandistici si può trovare anche “La dichiarazione dei diritti della donna”, scritto nel 1792 da un collettivo anonimo di donne francesi che si firmano Philaletes (dal greco:  “Amanti della verità”). L’opuscolo comprende diciassette articoli che enumerano i diritti della libertà di parola per le donne francesi. “Le donne nascono, vivono e muoiono con il diritto di parlare”, afferma il primo articolo. “Sono uguali nella loro ambizione in questo senso.”

 

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Documenti affascinanti come questo, insieme a migliaia di altri, li trovate sul sito ufficiale, così da domani potete iniziare a capire come si fa davvero una rivoluzione.

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Simone Stefanini

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