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Republika Srpska, Bosnia & Herzegovina. Una volta varcato il confine si respira una sorta di sospensione, da un lato edifici segnati da sciami di schegge provenienti dagli shrapnels dei mortai e delle granate, dall'altro il silenzio dei campi minati al confine con la Croazia. Sono passati vent'anni dalla fine del conflitto in Bosnia Erzegovina, tutt'ora permane un'eredità di punti irrisolti, una ferita non ancora cicatrizzata, sia per molte delle persone che hanno vissuto quei momenti sia per le nuove generazioni. Ancora oggi, in Bosnia, ci sono 4.000 persone scomparse, "Vivo nella speranza di ritrovarli", "Solo da qualche mese hanno identificato due ossicini di mio figlio" racconta Munira Sabasic Presidente dell'associazione Mothers of Srebrenica. Il lutto non viene elaborato, rimane qualcosa di statico nei pensieri di intere famiglie, come se quella distesa di boschi e montagne si fosse inghiottita la sua gente senza lasciarne traccia. "Non mi sento sicuro" ammette Anto, la paura striscia tra la case cercando sguardi complici, "Se un serbo si presenta nel mio terreno, anche se rappresenta una qualche autorità, lo accolgo con l'ascia". E' un eredità che brucia nell'animo delle persone ma in contemporanea nutre aspettative per il futuro. L'esodo provocato dalla diaspora ha portato con se anche aria fresca, molti hanno deciso di tornare per costruirsi un futuro nel loro paese arricchendo quella costellazione informe che è l'identità bosniaca. Oggi la Bosnia non ha ancora raggiunto una propria stabilità economica e per ora l'Europa rimane sempre distante. "La prima cosa che mi viene in mente pensando alla Bosnia è sopravvivere" racconta un ragazzo di Novi Grad. I giovani negli ultimi anni però si stanno riunendo per arrivare a creare una società più giusta che vada oltre le divisioni etniche. Le recenti inondazioni hanno messo in luce nuovi sentimenti di aggregazione, sopiti da troppo tempo,riuscendo a far incontrare gli animi in una nuova tragedia. La grand

Questa immagine è stata utilizzata nell'articolo "Federico Vespignani: il grande blu - Ha vissuto con i pescatori di squali messicani che rischiano la vita nell’Oceano Pacifico. Ecco cosa ha visto, e cosa ha fotografato ".

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