Con l’appuntamento conclusivo in programma martedì 20 maggio in prima serata su Canale 5, Maria Corleone 2 si prepara a chiudere una delle stagioni più tese della fiction italiana. Protagonista Rosa Diletta Rossi, nei panni di Maria, una donna costretta a fare i conti con un passato che non le lascia tregua, mentre tenta disperatamente di difendere il presente. La puntata si apre con una fuga che scatena una nuova ondata di tensione e si sviluppa in parallelo a una complessa causa legale per riottenere la custodia del figlio. La trama si stringe attorno a pochi nodi, ma ciascuno carico di conseguenze: le decisioni prese avranno effetti duraturi, e ogni gesto potrebbe essere l’ultimo.
Don Luciano braccato e in fuga, la rete si stringe attorno al boss
Il nome di Don Luciano riemerge al centro della scena con la sua fuga improvvisa, che apre il finale su un tono serrato. Il boss, da tempo figura minacciosa nell’ombra della narrazione, riesce a sfuggire a un arresto imminente grazie a una rete di contatti costruita nel tempo. Non è solo un criminale in fuga: è il simbolo di un sistema che resiste, che si aggrappa a relazioni sporche e favori nascosti per restare a galla. La regia segue i suoi spostamenti con ritmo, costruendo una sequenza di tensione crescente. Ogni incontro, ogni luogo, sembra poter essere l’ultimo rifugio o il teatro della sua cattura.

Intanto la pressione aumenta anche dall’interno: lealisti e traditori si confondono, e la fedeltà comincia a vacillare. La fuga di Luciano non è solo fisica, ma anche simbolica: rappresenta il tentativo di scampare a un’epoca che lo sta superando. La sua presenza diventa un peso per chi, come Maria, sta cercando di chiudere i conti con il passato. Ma finché Luciano sarà libero, nessuno sarà davvero al sicuro.
Non mancano elementi che rivelano quanto la sua figura sia centrale nel disegno più ampio: messaggi intercettati, chiamate d’emergenza, appostamenti falliti. Il volto della criminalità organizzata qui non è più quello del potere assoluto, ma di un uomo braccato, che pur nella sua debolezza riesce ancora a spostare gli equilibri. La tensione cresce minuto dopo minuto, fino a sfiorare il punto di rottura.
Maria in tribunale per riavere il figlio, spunta il sospetto di abusi
Parallelamente alla caccia al boss, si consuma un altro conflitto, forse più doloroso: la battaglia legale di Maria per riottenere Giovannino, suo figlio. Il piccolo, attualmente affidato a Luca, ex compagno della donna, diventa il fulcro di una vicenda familiare che assume toni sempre più cupi. Il processo è in corso, ma i documenti depositati e le testimonianze non bastano: Maria deve dimostrare non solo di essere madre, ma di essere capace di proteggere.
Le cose cambiano quando Sandra, personaggio secondario che ha guadagnato spessore con il passare delle puntate, nota dei lividi sul corpo di Giovannino durante una visita. Il sospetto di abusi apre una nuova pista, che le autorità non possono ignorare. Sandra decide di agire, raccoglie informazioni e porta il caso all’attenzione del tribunale. Un gesto semplice, ma carico di conseguenze.
Luca, finora rimasto in una zona grigia, comincia a mostrare segni di nervosismo. Il suo atteggiamento cambia, e chi gli era vicino inizia a prendere le distanze. Maria si aggrappa a questi segnali per rafforzare la sua posizione, e chiede una perizia medica che potrebbe ribaltare il verdetto. Il dolore per la lontananza dal figlio si mescola alla rabbia per la lentezza del sistema, mentre fuori dall’aula la tensione sale.
Il confronto finale si svolgerà in aula e davanti agli occhi di chi ha il potere di decidere. La giustizia, spesso sfocata nei meccanismi della fiction, qui assume un volto concreto. E se il pubblico si aspetta un lieto fine, le dinamiche della serie hanno insegnato che ogni scelta comporta un rischio. L’unica certezza è che Maria non si fermerà, nemmeno di fronte all’impossibile.