Il diamante fiorentino, prezioso da 137 carati, si trova attualmente in Canada ma la Regione Toscana ne ha chiesto la restituzione.
Per anni si era creduto che fosse scomparso: c’era chi lo dava per rubato, chi per disperso, chi addirittura per smembrato.
E invece il Diamante Fiorentino esiste ancora, intatto nella sua imponenza, con i suoi 137,27 carati e le sue 127 faccette. Un gioiello leggendario, tra i più grandi al mondo, che oggi la Regione Toscana rivendica come parte del proprio patrimonio storico.
La Regione Toscana ha chiesto ufficialmente la restituzione del diamante
Secondo la documentazione esibita dalla Regione, la pietra rientra infatti tra i beni che Anna Maria Luisa de’ Medici, l’Elettrice Palatina, aveva elencato tra le gioie “unite allo Stato”, destinate cioè a rimanere in Toscana. È su questa base che si fonda la richiesta ufficiale avanzata nei confronti di Carlo d’Asburgo-Lorena, tra gli attuali possessori del diamante, il quale a inizio novembre ha rivelato che il prezioso si trova custodito in una cassetta di sicurezza in Canada insieme ad altri gioielli di famiglia.
Il governatore Eugenio Giani sostiene che il cosiddetto Florentiner appartenga alla Toscana “non moralmente, ma materialmente”, e ha illustrato alla stampa gli atti che, in virtù del Patto di Famiglia, includono la pietra tra i beni che l’Elettrice Palatina “vuole siano esposti, mantenuti, nella regione Toscana a ornamento dello Stato o per favorire la curiosità dei forestieri”. Il diamante compare infatti nell’allegato del 1740 che integra il testamento del 1737.
Il primo contatto con Carlo d’Asburgo-Lorena non ha ancora portato ai risultati sperati, ma l’assessora alla cultura Cristina Manetti si dice ottimista: “Aspettiamo fiduciosi”, afferma, auspicando che il diamante “torni quantomeno in esposizione e possa essere goduto nella sua bellezza dai toscani”. L’obiettivo della Regione è ottenere una concessione per una mostra-evento che, nelle intenzioni, potrebbe trasformarsi in una presenza stabile sul territorio.

A sostegno dell’iniziativa, Giani, Manetti e il direttore del Museo de’ Medici, Samuele Lastrucci, hanno presentato un ritratto inedito di Maria Maddalena d’Austria, opera autografa di Orazio Fidani, che raffigura la granduchessa mentre indossa proprio il celebre diamante.
La storia del Fiorentino affonda le radici nel Seicento: arrivato a Firenze come pietra grezza, fu tagliato dal veneziano Pompeo Studentoli e divenne protagonista dei ritratti delle granduchesse Cristina di Lorena e Maria Maddalena d’Austria. Alla morte di Cosimo III, nel 1723, e poi nell’inventario redatto da Anna Maria Luisa de’ Medici, il diamante figura tra le gioie “unite allo Stato”. Tuttavia, pochi anni dopo la morte dell’Elettrice, nel 1743, la pietra ricompare fuori dalla Toscana come parte del diadema imperiale di Maria Teresa d’Asburgo, entrando stabilmente nel tesoro viennese e assumendo il nome di Florentiner.
La dissoluzione dell’Impero austro-ungarico e il nuovo assetto del 1919 ne interrompono la tracciabilità. Solo di recente è emerso che il diamante era stato trasferito in Canada già nel 1940 per volontà dell’imperatrice Zita di Borbone-Parma, vedova dell’ultimo imperatore Carlo I, che nel novembre 1918 aveva fatto spostare i gioielli di famiglia dalla Hofburg alla Svizzera.
