Secondo le anticipazioni, dal prossimo anno, potrebbe arrivare un nuovo incentivo economico nelle tasche degli italiani, destinato stavolta a una fascia di reddito particolare. Il governo ha già confermato lo sgravio fiscale che garantisce fino a 83 euro in più al mese, ma l’idea è di andare oltre.
Una cifra in più a fine mese che non è solo un numero sulla busta paga, è la possibilità di respirare un po’ meglio. E proprio per questo ogni ipotesi di bonus cattura immediatamente l’attenzione, nella speranza di concedersi qualcosa in più, di affrontare le spese con meno ansia.
Il nuovo bonus in arrivo
La priorità dichiarata resta resta ancora quella di dare sostegno ai redditi fino a 50.000 euro, considerati il cuore della nuova manovra. Eppure, se le risorse lo consentiranno, i benefici potrebbero essere estesi anche a chi guadagna tra i 50.000 e i 60.000 euro.

Già nel 2023, la riforma dell’Irpef aveva accorpato i primi due scaglioni di reddito, applicando l’aliquota del 23% fino a 28.000 euro. Una scelta che aveva portato a un risparmio massimo di 260 euro l’anno. Ma chi superava i 50.000 euro si era visto annullare questo vantaggio.
Il risultato è stato paradossale, chi guadagnava appena sotto la soglia ha potuto godere del bonus, mentre chi la superava di poco no. Una differenza minima di stipendio che ha generato un trattamento ben diverso. Da qui la volontà di intervenire, rendendo più equo il sistema.
La riforma in discussione oggi mira ad abbassare l’aliquota del secondo scaglione, che riguarda i redditi tra 28.000 e 50.000 euro, dal 35% al 33%. Significherebbe fino a 440 euro in più annuali per chi arriva al limite massimo, ma la vera novità sarebbe l’estensione ai redditi oltre i 50.000 euro.
Se il governo dovesse confermare questa apertura, il risparmio potrebbe arrivare a 700 euro l’anno, per chi si colloca tra 50.000 e 60.000 euro. Una boccata d’ossigeno non indifferente, soprattutto considerando che fino ad oggi questi lavoratori non avevano potuto beneficiare di nessuna delle riduzioni precedenti.
L’ipotesi riguarda la possibilità di alzare il tetto del secondo scaglione fino a 60.000 euro, passando al 33% anche la parte di reddito oggi gravata dal 43%. Un risparmio netto del 10% su 10.000 euro che, tradotto in numeri, vale circa 1.000 euro l’anno in più, una cifra non da poco.
In questo scenario, chi si avvicina al limite dei 60.000 euro potrebbe arrivare a un guadagno di 1.700 euro l’anno, circa 130 euro al mese. Una cifra che renderebbe davvero tangibile il peso della riforma, trasformandola da semplice promessa a strumento concreto di sostegno economico.