L’Agenzia delle Entrate ha ufficialmente avviato una nuova campagna di controlli sull’Imposta di bollo applicata alle fatture elettroniche trasmesse trasmesse tramite il Sistema di Interscambio (SdI).
L’obiettivo dell’operazione è duplice: si vuole infatti verificare la correttezza dei versamenti effettuati e consentire al tempo stesso ai contribuenti di sanare tempestivamente eventuali irregolarità beneficiando di una sanzione ridotta.
L’imposta di bollo: quando si applica e chi deve versarla
L’imposta di bollo sulle fatture elettroniche è dovuta ogniqualvolta un documento fiscale non soggetto a IVA superi l’importo di 77,47 euro. Come molti già sapranno, si tratta di un tributo fisso di 2 euro che deve essere versato all’Agenzia delle Entrate da professionisti, imprese e titolari di partite IVA che emettono tali fatture.
Il controllo avviene in modo automatizzato. I dati trasmessi dall’SdI vengono incrociati con i versamenti effettuati consentendo così di individuare le posizioni non regolari. Gli errori più frequenti rigaurdano dimenticanze nei pagamenti, o anche una errata applicazione dell’imposta sui documenti esenti.
Le comunicazioni che stanno arrivando dall’Agenzia delle Entrate
Le comunicazioni inviate in questi giorni dall’Amministrazione finanziaria hanno carattere preventivo e collaborativo. Non si tratta di avvisi di accertamento ma di inviti alla verifica e alla correzione spontanea della propria posizione.

Le fatture sono suddivise in due categorie: l’Elenco A, che comprende i documenti per i quali l’imposta era stata correttamente indicata già in fase di emissione; e l’Elenco B, relativo alle fatture inizialmente non soggette a bollo ma successivamente individuate come tali.
Il sistema genera poi un prospetto riepilogativo, dove vengono specificati gli importi da versare e i codici tributo da utilizzare nel modello F24 precompilato allegato alla comunicazione.
Per mettersi in regola, il contribuente deve utilizzare i seguenti codici: A400 (imposta di bollo dovuta), A401 (sanzione ridotta (pari a un terzo del minimo previsto) e A402 (interessi maturati). Il contribuente ha 30 giorni di tempo dalla ricezione della comunicazione per scegliere tra due opzioni: effettuare il pagamento con l’F24 allegato, oppure richiedere la revisione della segnalazione, nel caso in cui non ritenessero corrette le segnalazioni ricevute.
Cosa accade se non si regolarizza?
Trascorso il termine senza alcun riscontro, scatteranno le sanzioni piene, pari al 30% dell’imposta non versata oltre agli interessi di legge. In tal caso l’importo verrà iscritto a ruolo e potranno attivarsi le procedure di riscossione coattiva da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Controllare con attenzione la comunicazione ricevuta dall’Agenzia è quindi fondamentale. Un piccolo intervento ora può evitare esbosi assai più sostanziosi domani.
