Un aggiornamento normativo inaspettato, destinato a cambiare l’approccio agli interventi medici per molte famiglie italiane, che potranno così permettersi di affrontare diversamente le spese mediche. Una piccola rivoluzione che sembra mirata al miglioramento delle vie d’accesso alla sanità pubblica, alleggerendo il carico economico sulle spalle dei contribuenti.
Molti italiani, infatti, si rivolgono sempre più spesso alla sanità privata, per guadagnare tempo rispetto alle lunghe code di attesa negli ospedali pubblici. Spese in più, che vanno ad incidere spesso negativamente sulla gestione economica delle famiglie, che si trovano costrette a fare capo a qualche risparmio conservato.
Adesso niente Iva per gli interventi medici
Un nuovo intervento dell’Agenzia delle Entrate ha ridefinito quello che era vecchio il regime IVA per la chirurgia e la medicina estetica. Dal 17 dicembre 2023, grazie alle modifiche introdotte con il Decreto-legge 145/2023, l’esenzione dall’imposta sul valore aggiunto è diventata una questione di certificazione medica.

L’Agenzia, con la risoluzione n. 42 del 12 giugno 2025, chiarisce che l’esenzione IVA è riservata solo agli interventi estetici con finalità terapeutica certificata. In breve, non basta più dichiarare uno scopo terapeutico ma serve ora provarlo nero su bianco, producendo l’apposita documentazione per ottenere l’esenzione.
Ciò significa che ogni procedura, per beneficiare del regime agevolato, dovrà essere accompagnata da un documento medico che attesti la necessità clinica dell’operazione. Il documento deve essere redatto prima dell’intervento e può essere firmato anche dal medico che esegue la prestazione, a patto che esistano evidenze cliniche a supporto.
Non basta un disagio psicologico generico o il desiderio di migliorare il proprio aspetto, serve una diagnosi, un nesso chiaro tra patologia e intervento. La distinzione tra chirurgia estetica e medicina estetica assume qui un ruolo centrale, per entrambe le branche, la chiave resta la finalità sanitaria.
Non tutto, però, cambia retroattivamente e gli interventi estetici eseguiti prima del 17 dicembre 2023 e già esentati dall’IVA restano tali, anche se privi di attestazione. Nessun rimborso, invece, per chi ha pagato l’IVA su prestazioni precedenti prive di documentazione, la norma punta a salvaguardare la certezza del diritto, evitando ricorsi e complicazioni.
Un’ultima precisazione riguarda fortunatamente le prestazioni anestesiologiche, che anche se associate a interventi estetici non terapeutici restano sempre e comunque esenti da IVA. Il motivo è semplice, l’anestesia ha una funzione salvavita e dunque rientra a pieno titolo tra le prestazioni sanitarie protette dal fisco.