La spesa media per l’acquisto dei libri di testo obbligatori si attesta oggi intorno ai 620 euro per famiglia, un aumento che continua a pesare sul bilancio domestico, soprattutto per chi ha più figli a carico.
Secondo i dati aggiornati dall’Associazione Italiana Editori (AIE), i prezzi dei libri di testo hanno registrato un rincaro medio dell’1,7% per le scuole medie e dell’1,8% per le superiori, allineandosi all’andamento dell’inflazione Istat. Tuttavia, è importante sottolineare che questi aumenti sono stati solo parzialmente trasferiti al consumatore finale: dal 2021 al 2024, infatti, l’inflazione cumulata ha raggiunto il 14,7%, mentre i prezzi dei manuali sono cresciuti del 7,5% per le medie e dell’8,2% per le superiori, meno della metà dell’aumento generale.
Il presidente del gruppo Educativo AIE, Giorgio Riva, ha spiegato che “gli editori hanno contenuto gli aumenti per non aggravare ulteriormente il peso economico sulle famiglie, nonostante il sensibile incremento dei costi di produzione”. Tuttavia, Riva ha chiesto al governo due interventi urgenti: l’introduzione di una detrazione fiscale universale per tutte le famiglie e il potenziamento degli aiuti economici destinati ai nuclei in condizioni di povertà, da erogare con maggiore rapidità. Attualmente, infatti, questa spesa non è detraibile nel modello 730, limitando l’efficacia delle misure di sostegno.
Le associazioni dei librai, rappresentate dall’Associazione Librai Italiani (ALI) e dal presidente Paolo Ambrosini, sottolineano come la differenza tra inflazione e aumento dei prezzi dei libri sia stata assorbita comprimendo ulteriormente i margini di guadagno delle librerie. Ambrosini rinnova da anni la richiesta di misure di sostegno alla domanda, a partire da una detrazione fiscale estesa, proposta per la prima volta nel 2008, fino alla piena attuazione del Piano Olivetti e delle promesse fatte dal ministro Giuli in occasione del Salone del Libro.
Impatto economico e richieste di intervento al governo
L’AIE stima che l’introduzione di una detrazione fiscale generalizzata per l’acquisto dei libri di testo potrebbe pesare sulle casse pubbliche tra i 50 e i 100 milioni di euro, cifra destinata a ridursi nel tempo a causa del calo demografico e della diminuzione delle nascite. Nel primo semestre del 2025, il mercato editoriale ha già registrato una contrazione superiore al 4%, con un peggioramento a giugno dovuto al calo degli acquisti da parte di biblioteche e giovani diciottenni.
In questo contesto, l’AIE ha sollecitato il ministro dell’Istruzione Giuli a sbloccare immediatamente i fondi straordinari destinati alle biblioteche e a rivedere il sistema delle carte giovani, affinché sia più efficace nel sostenere il consumo culturale dei ragazzi.
Secondo i dati di Federconsumatori, nel 2024 una famiglia italiana ha speso in media 591 euro per i soli libri di testo obbligatori, cifra che raggiunge i 1.200 euro se si considerano anche il corredo scolastico. Per il 2025, l’importo stimato è di circa 620 euro solo per i volumi, un peso economico sempre più gravoso per le famiglie, soprattutto quelle con più figli.

Proprio in risposta a questa situazione, la senatrice Barbara Floridia, esponente del Movimento 5 Stelle e presidente della Commissione di Vigilanza Rai, ha annunciato la presentazione di una mozione parlamentare per affrontare il problema del caro libri scolastici. Floridia, che vanta una lunga esperienza nel settore dell’istruzione – essendo stata sottosegretaria al Ministero dell’Istruzione nel governo Draghi – ha ribadito la necessità di “interventi immediati e strutturali”, tra cui il sostegno alle famiglie, la diffusione di materiali digitali accessibili, il rilancio dei comodati d’uso e l’introduzione di detrazioni fiscali concrete e applicabili.
La senatrice ha sottolineato come la scuola pubblica debba tornare a essere un luogo di reale uguaglianza e non un privilegio riservato a pochi, criticando la mancanza di risposte adeguate da parte dell’attuale governo. La sua proposta si inserisce in un contesto politico e sociale in cui il tema dell’accessibilità all’istruzione rimane centrale per garantire pari opportunità a tutte le famiglie italiane.