Food
di Marta Blumi Tripodi 15 Aprile 2013

Fluidi corporei tipicamente maschili (sì, la perifrasi sottointende QUELLO) in un drink


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Disclaimer: se siete facilmente disgustabili saltate questo post a piè pari. Se invece avete uno stomaco forte e l’ingrediente in questione non vi fa particolarmente schifo neanche al naturale (perché ormai tutti abbiamo capito qual è l’oggetto del contendere), proseguite pure serenamente.

Un passo indietro. Qualche anno fa un nutrizionista pazzo, Paul Photenhauer, si era inventato un ricettario il cui ingrediente base era lo sperma. I presupposti da cui partiva, da un punto di vista squisitamente scientifico, erano molto ragionevoli: si tratta di una sostanza molto nutriente e ricchissima di proteine e altri principi alimentari importanti, e inoltre l’essere umano già si nutre di altre cose simili. Il motto era il seguente: “La gente mangia un sacco di cose strane. Le uova, in fondo, sono le mestruazioni delle galline. Il latte è la secrezione della mammella di una mucca. Almeno il seme è fresco e sai chi lo produce”. Una premessa invitante, no?

Il ricettario in questione, dal titolo Natural Harvest, stranamente non aveva fatto un gran successo, nonostante fosse pieno di spunti per preparare un menù completo, dall’antipasto al dolce passando per la zuppa e l’arrosto. Photenhauer ci riprova quindi con Semenology, un prontuario dedicato ai baristi: l’ingrediente principale è sempre quello, ma stavolta si cimenta con drink e cocktail alcolici e non, dai nomi deliziosi come “Il cumshot di Galliano” o “Il caviale leggermente salato”. Partendo dall’assunto che i gusti sono gusti (ma sappiate che un po’ vi giudicheremo, se vi scoprirete innamorati di questo tipo di cucina), si acquista qui.

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