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di Mattia Nesto 2 Dicembre 2022

Freud’s Bones: ripensare la psicoanalisi con un punto-e-clicca

Axel Fox con Freud’s Bones ci regala una piccola/grande perla anche su Nintendo Switch.

Nella testa (e nel cuore) dei pazienti in Freud’s Bones  Nella testa (e nel cuore) dei pazienti in Freud’s Bones

Freud’s Bones è uno di quei titoli che, letteralmente, se non vi fossero bisognerebbero inventarli. Già perché l’avventura punta-e-clicca ideata e sviluppata da Axel Fox è una vera e propria gemma nel panorama, un po’ asfittico, del mercato videoludico odierno. E il recente “sbarco” su Nintendo Switch mi pare proprio l’occasione giusta per parlarne. Questo è un videogioco che si muove su un doppio piano: il primo, quello con cui verremo introdotti, sarà, “entrare” nella mente e nei pensieri di Sigmund Freud e di tentare, con più o meno successo, di risolvere i suoi problemi. L’altro versante è quello, invece, di “entrare nella testa” dei pazienti del “padre della psicoanalisi” andando a lavorare nei medesimi termini: c’è un problema, di tipi psichico, e noi, presenza immateriale, forse angelo, magari demone, dobbiamo aiutare il professore viennese a risolverlo.

Se la struttura di Freud’s Bones è, tutto sommato, semplice, non è semplice la sua esposizione. Mi spiego meglio. Il titolo è un punto-e-clicca con una mole testuale importante, in cui, giustappunto, sono i dialoghi a darci gli indizi necessari per risolvere questo o quel problema ma non solo essi sono portatori delle eventuali risposte esatte. Già perché, con grande acume, avremo a disposizione tutto un campionario bibliografico ingente, che va dalle sostanze medicinali ai primi teoremi di psicoanalisi, redatti dallo steso Freud. Insomma, al di là di come vorremo “ruolare” la presenza spiritica che anima le nostre azioni, dovremo sempre porre massima attenzione ai dettagli: Freud’s Bones non è un videogioco pret-à-manger insomma, ma ci “chiede” una buona dose di attenzione e di tempo.

La visuale di Freud’s Bones  La visuale di Freud’s Bones

Sul piano dell’azione, il gioco si svolgerà, grosso modo, entro due principali scene. Quella centrale sarà lo studio di Freud, da dove potremo iniziare la nostra indagine sul dato paziente oppure sullo stesso psicoterapeuta. Oltre a questo, però, ci sarà un secondo scenario, ovvero la “singolar tenzone” che andremo a intraprendere con il singolo paziente. Il consiglio è di non andarci mai “sprovveduti”: infatti prima che la paziente x o il paziente y bussino alla nostra porta, riceveremo, sempre, una lettera o un paio di documenti inerenti la sua cartella clinica.  Senza queste informazioni sarà veramente difficile suggerire la terapia giusta e il percorso di rimozione del trama.

Un videogioco estremamente acuto, avrete capito, che mi ha conquistato anche dal lato artistico (specie per le diverse tipologie di personaggi, meno per come è stato tratteggiato Freud) e che perciò si attesta su una votazione di 7.4: per essere un progetto stra-indie davvero niente male, giusto?

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