Il decreto-legge ha stanziato ulteriori 180 milioni di euro, che si sommano ai 300 milioni già previsti, portando il totale delle risorse dedicate al bonus a 480 milioni di euro per l’anno 2025. Il beneficio consiste in un contributo di 40 euro mensili, riconosciuto per tutto il 2025 alle lavoratrici madri con almeno due figli, fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo.
Diversamente dal passato, la somma sarà erogata dall’INPS in un’unica soluzione nel mese di dicembre, per un totale di 480 euro netti. Importante sottolineare che questo importo è esente da imposte e contributi e non incide sul calcolo dell’ISEE. La misura è riservata a chi ha un reddito da lavoro inferiore a 40.000 euro annui.
L’estensione del bonus riguarda anche le lavoratrici con contratto a tempo determinato, autonome e professioniste con tre o più figli, per le quali il contributo è riconosciuto fino al diciottesimo anno di età del figlio più piccolo. Per le madri con tre o più figli con contratto a tempo indeterminato, invece, proseguono gli incentivi già previsti dalla manovra 2025, la cui durata è stata estesa fino al 2026.
Contesto normativo e politiche di sostegno alla famiglia
Il potenziamento del bonus mamme lavoratrici si inserisce in un più ampio pacchetto di misure previste dalla Legge di Bilancio 2025 (Legge 30 dicembre 2024, n. 207), che mira a sostenere i redditi medio-bassi, incentivare la natalità e rafforzare il ruolo delle famiglie nella società italiana. Il Governo ha scelto di concentrare gli interventi sulla riduzione della pressione fiscale e sull’incremento delle risorse a favore di lavoratori dipendenti, pensionati e famiglie numerose.
Tra le altre iniziative previste nella manovra, spiccano il bonus bebè da 1.000 euro per ogni figlio nato o adottato, l’ampliamento dei congedi parentali indennizzati all’80% per un massimo di tre mesi entro il sesto anno di vita del bambino, e l’incremento del bonus asilo nido fino a 3.600 euro per i nuclei con ISEE inferiori a 40.000 euro. Inoltre, è stato istituito il “Fondo Dote Famiglia”, con 30 milioni di euro destinati ai giovani dai 6 ai 14 anni per attività sportive e ricreative.
Un’altra misura rilevante riguarda l’esonero contributivo per le mamme lavoratrici, che è stato confermato ed esteso. Dal 2025, lo sgravio contributivo spetta alle lavoratrici madri di due o più figli con reddito imponibile previdenziale fino a 40.000 euro annui, fino al decimo anno di età del figlio più piccolo. Dal 2027, per le madri con tre o più figli, l’esonero contributivo sarà previsto fino al compimento del diciottesimo anno del figlio.

Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha espresso soddisfazione per l’ampliamento delle risorse e per il rafforzamento degli strumenti a sostegno della famiglia. Giorgetti ha più volte sottolineato l’importanza di adottare misure strutturali, anche di natura fiscale, che possano favorire l’occupazione femminile e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
Secondo il ministro, tali interventi rappresentano un tassello fondamentale per contrastare il calo demografico in Italia e incentivare la natalità, in una prospettiva di medio-lungo termine. L’obiettivo è creare un ambiente più favorevole per le famiglie, garantendo un equilibrio tra lavoro e vita privata e contribuendo alla crescita economica e sociale del Paese.
Il profilo istituzionale di Giancarlo Giorgetti
Giancarlo Giorgetti, nato a Cazzago Brabbia il 16 dicembre 1966, è ministro dell’Economia e delle Finanze dal 22 ottobre 2022 nel governo Meloni. Figura di rilievo della Lega per Salvini Premier, riveste anche il ruolo di vicesegretario federale del partito. La sua carriera politica è caratterizzata da numerosi incarichi istituzionali, tra cui presidente della 5ª Commissione Bilancio alla Camera dei deputati e ministro dello sviluppo economico nel governo Draghi.
La sua esperienza e competenza in campo economico-finanziario si riflettono nelle scelte di politica economica volte a sostenere il lavoro, la famiglia e la crescita demografica, temi centrali della sua azione ministeriale.