Libri
di Giulio Pons 1 Agosto 2019

Atlante mondiale della zuppa di plastica

Un libro da leggere, soprattutto al mare, soprattutto d’estate, per diventare delle persone migliori

Forse non è un libro leggero da sfogliare in spiaggia o forse è proprio il libro migliore da leggere in spiaggia!

Questo atlante è esattamente quello che c’è scritto nel titolo: la raccolta definitiva di tutte le informazioni sull’inquinamento da plastica, analizza in schede brevi e di comoda lettura ricche di grafica e foto tutti i temi di questo argomento: l’origine della plastica, la sua importanza per il boom economico, i tipi di plastica, il ciclo di vita di questo materiale, il riciclo, le microplastiche disperse nel mare, le plastiche bio, la plastica delle stampanti 3D, le normative, i sacchetti di plastica, le opere d’arte, la plastica che finisce nei pesci, le discariche, la decomposizione, c’è veramente tutto. L’autore di questo libro è lo scienziato olandese Michiel Roscam Abbing e il volume è edito in Italia grazie ad Edizioni Ambiente e Legambiente che ne hanno curato la traduzione e l’inserto di alcune pagine specifiche per la nostra penisola.

E’ una raccolta utilissima per chi vuole saperne di più, che guida il lettore passo passo nel capire come si è arrivati a questo punto e ci insegna cose che dovrebbero essere scontate: tipo che la plastica dura (quella dei giocattoli per esempio) è quasi sicuramente NON riciclabile nel normale ciclo dei rifiuti ed è quindi scorretto buttarla insieme alle bottiglie di plastica e agli imballi alimentari, perché deve essere poi separata e verrà quindi inviata all’inceneritore.

La confusione sulla bioplastica

Problematiche simili esistono per il riciclo della bioplastica (come i bicchieri di plastica biodegradabili) che non può essere semplicemente buttata nel compost perché ha bisogno di un ciclo di smaltimento particolare e non è detto che il ciclo di rifiuti della propria città sia adeguato. Inoltre la bioplastica spesso finisce con la plastica e capita che la plastica finisca nel compost perché creduta bioplastica, compromettendo così il riciclo di entrambi i materiali! Infine, per farla si usano grosse aree di terreno che sottraggono coltivazioni utili per l’alimentazione. Insomma, la questione bioplastica non è per niente semplice e richiede una grande attenzione da parte dei consumatori.

Un libro per imparare

Ho scoperto che la maggior parte della macro plastica in mare è depositata sul fondo. Ho scoperto che non esistono più luoghi incontaminati, perché la plastica è ovunque. L’80% dei rifiuti che sono presenti nei mari arrivano da attività a terra, quindi se vedete un sacchetto in mare, potrebbe essere arrivato lì portato dal vento e partito da un cassonetto e non c’è per forza un “maleducato”. Ho imparato che moltissima microplastica arriva nel mare attraverso le lavatrici, perché i lavaggi dei tessuti sintetici portano tonnellate di frammenti di fibre di plastica in mare.

Nelle pagine dedicate all’Italia, scopro che questi filtri che ho trovato al mare nelle Egadi nel 2019 provengono da un depuratore di Salerno che li ha accidentalmente immessi nel Tirreno nel marzo 2018!

Un dischetto disperso dal depuratore di Capaccio (SA), l’incredibile storia di questa plastica nel libro “Atlante mondiale della zuppa di plastica”  Un dischetto disperso dal depuratore di Capaccio (SA), l’incredibile storia di questa plastica nel libro “Atlante mondiale della zuppa di plastica”

La plastica nel ciclo alimentare

La plastica in mare è pericolosa perché può contenere additivi pericolosi per la salute e perché le sue molecole si legano facilmente a diverse tossine e così quando un pesce mangia un frammento di plastica può assorbire e accumulare nelle sue carni sostanze pericolose per l’uomo.

Michiel Roscam Abbing ci spiega che non c’è una unica soluzione per sistemare il problema della zuppa di plastica, ma conoscere l’argomento è fondamentale per cambiare la cultura, va bene il riciclo, ma più di tutto occorre consumare meno plastica, ogni giorno.

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