Libri
di Mattia Nesto 14 Gennaio 2022

L’amore ruvido per Gianna di Arianna Melone

Vincitrice del Prix Artémisia, Gianna di Arianna Melone è una storia che dovrebbero leggere tutti per evitare ogni forma di violenza, psichica o fisica contro gli altri.

Gli acquarelli di Melone sono speciali  Gli acquarelli di Melone sono speciali

Volevo essere solo amata grida Gianna nelle pagine finali di questo fumetto di Arianna Melone talmente bello da farti tremare le vene ai polsi. Gianna, pubblicato da Becco Giallo in un elegante volume, è stato recentemente incoronato vincitore al Prix Artémisia, chiamato così in omaggio alla grande pittrice e artista Artemisia Gentleschi e fondato nel 2007 da dalle fumettiste Chantal Montellier e Jeanne Puchol conl’obiettivo di onorare l’opera (sceneggiatura e disegno) delle autrici di fumetti pubblicati in Francia. Un riconoscimento che avviene il 9 gennaio di ogni anno, anniversario della nascita di Simone de Beauvoir. Ecco allora che la vittoria di una fumettista, per altro molto giovane, come Arianna Melone dev’essere accolta con felicità e gioia, e un pizzico di entusiasmo. Tutti sentimenti che ho provato, certo, ma che non ho provato leggendo le sue pagine. E non perché siano state scritte, sceneggiate o disegnate male, tutt’altro, ma perché il dolore riversato in Gianna è talmente cosmico e totalizzante da pervadere chiunque vi si avvicini. Volevo essere solo amata grida Gianna nelle pagine finali di questo fumetto e io ho capito troppo tardi cosa volesse dire.

L’edizione francese  L’edizione francese

Gianna è una studentessa di origini meridionale nella Bologna dei tardi anni Settanta, quelli di Bologna la rossa, centro nevralgico del nuovo mondo, quella delle rivolte in piazza del 1977 e 1978, quella di un Vasco agli esordi, quella di molte cose. Quella anche di Gianna che, per l’appunto, in mezzo alla rivoluzione ci sta come un pesce nell’acqua: lei è animata da tante passioni, infuriata contro il sistema vetero-borghese in cui le cose belle sono proibite e quelle cattive promosse. Agitatrice culturale, lavora in un bar ma sogna qualcosa di più per la sua vita. Per questo combatte e lotta e per questo, soprattutto, dimostra in favore di una legge pro aborto, la famosa Legge 194, interruzione volontaria di gravidanza.

E lo fa non soltanto per nobili ideali Gianna. Gli ideali ce li ha, e anche ben radicati in lei, ma tutto nasce, tutto prorompe anzi dalla sua biografia, dalla sua viva carne e dalla sua storia famigliare. Infatti, in pagine in cui gli acquarelli di Melone si fanno un poco più chiari e meno densi, capiamo che le due sorelle si amano molto. Solo che una di esse, la maggiore, Nina, è promessa a un giovane ragazzo di buona famiglia. Lui è affascinante, “tiene una bella voce” ed è pure un buon partito. Sembra tutto perfetto, già, sembra perché nessuno, ha pensato di chiedere a Nina che cosa pensi sul serio. Nina non lo ama, Nina non lo vuole sposare, Nina vuole altro dalla sua vita. Peccato che nell’Italia dei tardi anni Settanta se sei nata donna non hai diritto di scegliere. Ecco perché Gianna combatte, ecco perché Gianna è tanto forte, ecco perché Gianna, ci dice Melone, si sente, a volte, tanto sola, mostruosamente sola. Perché percepisce che la sua alterità rispetto alle altre ragazze (anche alle compagne di corso in università) è pericolosa, perché comprende come il suo desiderio di passione è rischioso e riflette su come il mondo stia sempre in agguato, pronta a sbranarla.

Un tratto molto elegante  Un tratto molto elegante

Ecco perché il tratto dolce e armonioso, specie nelle ultime pagine, di Melone diventa tanto spaventoso. Perché così come Gianna strabuzza gli occhi fino a farli diventare quasi cianotici di fronte agli agguati che le persone vicino a lei le tendono, la lettrice e il lettore soffre, pagina dopo pagina, nel vedere Gianna andare sempre più giù, sprofondare in una spirale nera che non è tanto di autodistruzione ma proprio di distruzione della propria persona, sia fisica che psichica. Questa non è una storia struggente né una storia “per cuori forti”: è un pezzo di cuore palpitante rosso come il sangue che Arianna Melone ci consegna e che, probabilmente, un lettore come sono io non riuscirà mai a capire fino in fondo. Cosa si significa nascere donna, essere donna, vivere da donna in una società come quella degli anni Settanta in Italia (ma anche in un altro Paese come ci dice Davis in questo incredibile fumetto)? E cosa vuol dire farlo oggi? Non lo so, non lo so proprio, forse, anzi sicuramente, non lo potrò mai sapere. Ma ciò nonostante spero di poter capire quanto sia bello e importante questo fumetto di Becco Giallo: è importante e bello perché, in maniera ruvida e dolorosa, ci racconta una storia che dovrebbero leggere tutti per evitare ogni forma di violenza, psichica o fisica contro gli altri

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