Libri
di Mattia Nesto 24 Ottobre 2019

Mercedes di Daniel Cuello è l’adorabile stronza di cui avevamo bisogno

Bao Publishing fa di nuovo centro con un graphic-novel bellissimo

Quando si termina la lettura di Mercedes di Daniel Cuello si prova un misto di sentimento abbastanza particolari. Da un lato infatti non si può provare empatia nei confronti di quella che è, a conti fatti, una donna irascibile, che usa il potere per scopi personali e che tratta le persone come pezze da piede. Eppure, nonostante il suo carattere dispotico, questa “inguaribile stronza”, alla fin fine, ci piace e vorremmo leggerne ancora. Ecco, proprio qui sta la bellezza e grande del graphic-novel di Daniel Cuello che, dopo i fasti di Guardati dal beluga magico, è tornato per Bao Publishing con un albo di scintillante fascino.

Ambientato in un futuro-non-troppo-futuro in cui la Terra è sconvolto da un clima ormai definitivamente impazzito, Mercedes tratta, giustappunto, dell’omonima capitana d’industria, plenipotenziaria di numerose società sparse per il globo, ammanicatissima sia con il Partito unico al potere sia con la Santa Sede nonché vera e propria star televisiva. Un personaggio del genere, che dispensa sorrisoni e buonismo un tanto al chilo sullo schermo ma che poi tratta come bestie il suo entourage potrebbe ricordare a molti di voi la figura di Mamma, “la signora dei robot” di Futurama, quell’orrida vecchina travestita da “nonna dal dolce cuore” e invece animata da una furia devastatrice che neppure Hitler. Il contrasto tra “figura pubblico e personalità privata” è al centro del graphic-novel di Cuello così come, trovata molto interessante questa, la propria “parabola esistenziale”.

Già perché se Mercedes è “la donna più potente del mondo”, l’albo di Bao si apre nel momento del tracollo della stessa. Tutti i trucchetti, i compromessi e gli accordi saltano e Mercedes si trova, forse per la prima volta nella sua vita, almeno della sua vita “adulta”, in pericolo e debole. Il Partito l’ha scaricata, la Chiesa non l’aiuterà più e tutti i suoi contatti in alto loco non rispondo più. Mercedes però, che riecheggiando M¥SS KETA è per davvero “una donna che conta”, non si perde d’animo e con una grinta da leonessa inizia a pianificare la propria via di fuga.

Il graphic novel quindi prende le sembianze del più classico dei road-movie, con tutta una serie di (dis)avventure e personaggi inquietanti con cui dovrà scendere ai patti. Assieme a lei c’è il già citato entourage, composto da un’assistente personale, un legale, una parrucchiera dedicata e il solerte guidatore. Leitmotiv di questa fuga è, per dirla come gli studiosi di Teoria della Letteratura, “il fardello del viaggio”. Infatti se è vero come è vero che in ogni viaggio, specie se declinato in fuga, “occorre lasciare qualcosa indietro per evolvere in avanti”, Cuello, con grande eleganza, incarna questo meccanismo nel “ritornello” delle valigie.

Mercedes infatti a inizio viaggio, un po’ come se fosse in The Darjeeling Limited, si porta dietro un sacco di valigie griffate, ricolme di ogni ben di dio. Poi, visto che il Pianeta è sconvolto da fenomeni atmosferici sempre più estremi e il Paese è al tracollo, dovrà via via disfarsi di questo bagaglio, usato ora come merce di scambio ora come mezzo per oliare i meccanismi.

Corredato da un disegno colorato e iper-espressivo, ci siamo veramente innamorati degli scoppi d’ira funesta di Mercedes, il graphic-novel di Cuello si fa leggere che è un piacere. E poi, quando si è convinti di aver carpito ogni “trucco”, ecco che l’autore ci sorprende con improvvise sterzate verso un registro più intimo e drammatico (e che ci farà scoprire un sacco di cose, decisive, in merito al passato di Mercedes). Insomma, per tornare al discorso cinematografico, Mercedes è una specie di “Il posto delle fragole” di Bergman con però in sottofondo un pezzo trap: un viaggio iconico e istrionico verso le nostre bassezze e i nostri punti oscuri. Ecco perché ci è così tanto piaciuto.

 

MERCEDES – DANIEL CUELLO

 

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