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Ruggine ci insegna che la cosa che più accumuna gli esseri umani è il dolore

Chi di noi non ha sofferto per amore o per una separazione da un parente o da un amico caro? Ecco parte da qui, da questa dichiarazione di uguaglianza universale nel nome del dolore Ruggine, il graphic novel a firma di Francesco Vicentini Organi e Fabiana Mascolo, uscito per BD Edizioni, che ci ha tanto commosso e conquistato. Grazie ad un disegno gentile e evocativo e una storia semplice ma non banale, Ruggine ha scavato nel profondo dentro di noi, portando a galla dolori e sentimenti che tenevamo sopiti da tempo, forse da troppo tempo.

La storia vede come protagonista Tullio, un giovane ragazzo studente universitario che, tra un esame e l’altro, cerca di rimettere insieme i cocci della propria vita dopo la fine, per altro abbastanza drastica e tragica, della sua grande storia d’amore. Come fare ad andare avanti, a vivere, quando appena “si abbassa la guardia” ecco che il dolore ritorna, che il ricordo dolce, ora diventato amaro, di quella giornata passata insieme al parco con la persona che si ama viene in superficie a tormentarci ancora?

Organi è abilissimo nel tratteggiare questo ragazzo, colto “nel fiore dei suoi anni” come si sarebbe detto una volta, che in realtà, letteralmente, rinuncia a vivere, trincerandosi dentro la propria personalissima “fortezza della solitudine” (il riferimento all’omonima dimora di Superman non è casuale e ci tornerà anche al termine del pezzo) e armandosi di un’armatura per resistere ai colpi che l’amore ormai terminato e il dolore sempre vivo gli infieriscono quando meno se l’aspetta. Sono soprattutto le tavole di Mascolo in cui si vede Tullio aggredito e trafitto dai dardi dell’amore finito ad averci impressionato perché, senza sapere neppure il perché (o forse sapendolo fin troppo bene) ci hanno fatto male anche noi, abbiamo immediatamente empatizzato nei confronti di quel ragazzo che usa la solitudine auto-inferta e auto-indotta come un’armatura invalicabile contro i dardi della sorte.

Eppure, come del resto lo siamo tutti noi, egli non è solo. Ha amici, in particolare un’amica storica (e chissà, magari anche qualcosa in più) che, tra alti e bassi, cercano di penetrano all’intero del suo castello, eppure senza riuscirci. Perché Tullio, appassionato di storia e di storie medievale, incarna il cavaliere errante, triste e eroico nella sua inaccessibile solitudine. In fondo, a suo tempo, anche Francesco Petrarca aveva a suo modo tratteggiato uno stato dell’anima simile, riecheggiante negli immortali versi: “Solo et pensoso i più deserti campi vo mesurando a passi tardi et lenti…”.

 

Ecco, Ruggine di Francesco Vicentini Organi e Fabiana Mascolo (pubblicato tra l’altro in una splendida edizione BD), un graphic novel importante perché ci insegna come il dolore non è né un qualcosa di cui vergognarsi, ci mancherebbe altro, ma neppure un qualcosa di cui fregiarsi o con cui difendersi dagli altri. Se c’è qualcosa che davvero ci accumuna come “specie” quel qualcosa è proprio il fatto di poter provare dolore, esattamente come in una recente presentazione ha dichiarato un’altra autrice molto interessante di fumetti, ovvero Josephine Signorelli di cui noi abbiamo recensito da poco qui il suo nuovo libro “P. La mia adolescenza trans” edito da Feltrinelli Comics. Ed ecco che, in modo del tutto naturale, a proposito del legame tra il dolore che ci accumuna e l’amore che ci rende tutti uguali, ci vengono in mente gli Smiths di “How Soon is Now” e la loro ineffabile strofa “I am human and I need to be loved/ Just like everybody else does”.

Chissà se Tullio riuscirà a spogliarsi di quell’armatura, apparente ancora di salvezza in realtà zavorra che la fa precipitare a fondo, e a tornare alla vita. Sicuramente, trattandosi di una storia epica degna del ciclo bretone-carolingio di Re Artù, occorrerà una battaglia campale per sovvertire la sorte. E sì, ovviamente, ci dovrà essere anche l’assedio al suo castello o alla sua, personale, fortezza della solitudine, se preferite.

RUGGINE – Francesco Vicentini Organi e Fabiana Mascolo (BD Edizioni)

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Mattia Nesto

Fa che la morte mia, Signor, la sia comò 'l score de un fiume in t'el mar grando

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