Libri
di Mattia Nesto 30 Gennaio 2024

Stupirsi con YoRHa: Assalto a Pearl Harbor – Una storia di NieR: Automata

YoRHa: Assalto a Pearl Harbor – Una storia di NieR: Automata pubblicato da J-Pop Manga non è un’opera sussidiaria, è molto di più.

La copertina del primo volume di YoRHa: Assalto a Pearl Harbor – Una storia di NieR: Automata  La copertina del primo volume di YoRHa: Assalto a Pearl Harbor – Una storia di NieR: Automata

Quando mi hanno proposto di occuparmi di YoRHa: Assalto a Pearl Harbor – Una storia di NieR: Automata debbo dire di essere stato molto felice. Avevo infatti letto che il manga sarebbe stato supervisionato dallo stesso Yoko Taro creatore del celebre videogioco e per quanto concerne i disegni se ne sarebbe occupato Megumu Soramichi, quindi diciamo che dal punto di vista della qualità intrinseca non avevo molti dubbi. Invece qualche se non proprio perplessità ma curiosità l’avevo a proposito della storia. Se infatti la trama sarebbe stato, grosso modo, un mid-prequel degli eventi raccontati in NieR:Automata (visto che, tecnicamente, il “vero” prequel o per meglio dire videogioco precedente è Nier Replicant, qui la mia recensione) volevo ben capire come sarebbe stata narrata: conoscevo infatti l’esistenza di un omonimo spettacolo teatrale ma mi domandavo la resa, giustappunto, su carta stampata. Beh, dopo aver letto il primo volume sono rimasto, oltremodo, felice.

Sgomberato il campo da possibili dubbi sul tratto stilistico (proprio la primissima scena è un tripudio di stile ed eleganza, se siete curiosi qui una preview del primo capitolo) le mie “paure” si sono concentrate su due aspetti: il primo, quasi scontato, era la possibilità di un fan-service esagerato, trattandosi di androidi di siffatte sembianze e il secondo timore era legato all’aspetto di una narrazione caratterizzata da un ritmo un po’ blando e da temi ridondanti rispetto all’opera originale (che da questo punto di vista è dal 2017 ad oggi che detta legge, a mio avviso). Bene entrambe le perplessità sono state fugate. Non c’è stato praticamente alcun tipo di scivolamento in un voyeurismo e, anche qui, fin dagli esordi del fumetto i temi trattati sono stati perfettamente coincidenti a quelli del videogioco e di spessore, con dialoghi calzanti e ben in target rispetto alle protagoniste presentate. Insomma YoRHa: Assalto a Pearl Harbor – Una storia di NieR: Automata è ben lungi dall’essere un’opera sussidiaria o di secondo piano ma si inserisce alla perfezione nella “narrativa diffusa” di Taro.

.Uno dei primi scontri in YoRHa: Assalto a Pearl Harbor – Una storia di NieR: Automata 1.bp.blogspot.com .Uno dei primi scontri in YoRHa: Assalto a Pearl Harbor – Una storia di NieR: Automata

Ecco allora che proprio lo scelta di narrare in modo da un certo punto di vista chiaro e cristallino le vicende mi ha trovato concorde. Spostandosi di medium, infatti, la narrativa criptica di Yoko Taro avrebbe potuto dare qualche problema. Invece in Pearl Harbor – Una storia di NieR: Automata si è scelto una via, diciamo così, mediana che nel primo volume ha dato eccellente sfoggio di sé. Ecco perché, pur rimanendo consigliatissima (se non quasi obbligata) per i fan della serie NieR, questo manga è, di per sé, un ottimo fumetto. Un consiglio? Se potete e non vi distrae troppo, leggetelo ascoltando una delle meraviglie ost del videogioco originario.

In un futuro molto lontano, invasori provenienti da un altro mondo attaccano la Terra con un nuovo tipo di armi, le “biomacchine”. Annichilita da questa minaccia, l’umanità è costretta a lasciare il pianeta e a rifugiarsi sulla Luna, da dove sviluppa soldati androidi che portano avanti una sanguinosa battaglia… Corre l’anno 11941. Per uscire dallo stallo nasce una nuova unità militare composta da androidi di sesso femminile: YoRHa. Inviate sulla Terra, queste guerriere devono riconquistare il pianeta per la razza umana…

 

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