Il caso Paragon, che nelle ultime settimane ha acceso un acceso confronto tra il governo Meloni e la società israeliana Paragon Solutions, approda ora al Parlamento europeo.
Il tema sarà al centro di un dibattito previsto per il 16 giugno, coinvolgendo l’intera assemblea degli europarlamentari dopo un primo confronto in commissione Giustizia, rinviato qualche mese fa per volere delle forze politiche di destra. Nel frattempo, la Commissione europea è tornata a prendere posizione sulla vicenda, definendo la situazione “inaccettabile”.
Il dibattito al Parlamento europeo e il ruolo della Commissione
La discussione che si svolgerà lunedì 16 giugno prenderà le mosse da due interventi istituzionali: il Consiglio europeo e la Commissione europea illustreranno lo stato attuale delle misure adottate a livello europeo per contrastare l’uso illecito di spyware. Sarà anche l’occasione per fare il punto a due anni dalla conclusione dei lavori della commissione d’inchiesta sul caso Pegasus, un noto software di spionaggio impiegato in modo illegale. Quei lavori avevano prodotto una serie di raccomandazioni ben precise per tutelare i cittadini europei, purtroppo spesso non pienamente recepite o applicate.
Al termine degli interventi istituzionali, il dibattito si concentrerà inevitabilmente sulla vicenda Paragon, il cui sviluppo più recente è stato oggetto di una relazione del Copasir. Il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha rivelato che Luca Casarini, fondatore dell’ong Mediterranea Saving Humans, sarebbe stato spiato per anni su iniziativa del precedente governo Conte, pratica poi confermata e ampliata dall’esecutivo guidato da Meloni. Tuttavia, il dossier non ha fornito risposte esaustive rispetto ai casi di Francesco Cancellato e Ciro Pellegrino, rispettivamente direttore e giornalista di Fanpage.it, entrambi notificati da Meta e Apple di essere stati vittime di operazioni di spionaggio digitale.
Il Copasir non ha approfondito il caso di Pellegrino, mentre ha escluso che dietro la sorveglianza di Cancellato vi fossero i servizi segreti italiani. La verità sui responsabili dello spionaggio rimane dunque offuscata da numerose ombre. L’azienda Paragon ha dichiarato di aver offerto al Copasir l’accesso ai propri registri per verificare chi avesse monitorato Fanpage, ma l’ente parlamentare avrebbe rifiutato tale collaborazione. A stretto giro è arrivata la replica ufficiale del Copasir, che ha ribadito di aver effettuato tutti i controlli possibili senza però trovare riscontri riguardo a Cancellato.
In attesa di ulteriori sviluppi o di nuove iniziative politiche che possano fare luce su questa intricata vicenda, la Commissione europea ha riaffermato la propria condanna di qualsiasi forma di accesso illecito ai dati personali. Rispondendo a un’interrogazione a prima firma dell’europarlamentare del Partito Democratico Sandro Ruotolo, sostenuta anche da rappresentanti del Movimento 5 Stelle e di Alleanza Verdi e Sinistra, la vicepresidente esecutiva Henna Virkkunen ha sottolineato che “qualsiasi tentativo di accedere illegalmente ai dati dei cittadini, compresi giornalisti e oppositori politici, se confermato, è inaccettabile”.
La Commissione ha ricordato che esistono normative europee che garantiscono una “protezione completa della riservatezza delle comunicazioni”, anche quando la questione riguarda “finalità di sicurezza nazionale”. Particolare attenzione sarà dedicata anche ai giornalisti e alle loro fonti, grazie all’entrata in vigore prevista per agosto del regolamento sulla libertà dei media.
Le dichiarazioni della Commissione europea hanno suscitato commenti tra gli esponenti italiani dell’Europarlamento. Gaetano Pedullà, eurodeputato del Movimento 5 Stelle e tra i firmatari dell’interrogazione, ha evidenziato come “la Commissione deve proseguire nel suo impegno per garantire il rispetto dello stato di diritto nel nostro Paese”. Il richiamo è a un rafforzamento delle tutele democratiche e della trasparenza, elementi ritenuti fondamentali per scongiurare abusi nell’uso di tecnologie di sorveglianza.
Il dibattito del 16 giugno sarà quindi un passaggio cruciale per chiarire le responsabilità e per definire le misure da adottare in ambito europeo contro l’abuso di spyware, alla luce di quanto emerso dal caso Paragon e dalla lunga eredità lasciata dal caso Pegasus.