Il centrodestra in Campania si trova a un bivio cruciale in vista delle prossime elezioni regionali: la scelta del candidato anti-Fico si fa sempre più urgente, con la coalizione che sembra orientarsi verso un profilo civico per tentare di contrastare il candidato pentastellato.
La definizione ufficiale del nome potrebbe arrivare già entro questa settimana, segnando una svolta nella strategia elettorale nella regione.
Il nodo del candidato civico in Campania
Dopo settimane di trattative e riflessioni, il centrodestra campano appare intenzionato a puntare su un candidato civico capace di raccogliere consensi trasversali, superando così le divisioni interne tra i partiti. Escono di scena, almeno per il momento, figure politiche di rilievo come Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri e figura di spicco di Fratelli d’Italia in Campania, Gianpiero Zinzi, coordinatore regionale della Lega, e Mara Carfagna, ex ministra e volto noto di Noi Moderati nella regione.
I nomi che emergono con maggior forza per sfidare il presidente uscente De Luca e il pentastellato Roberto Fico sono tre: Giosy Romano, attuale commissario della Zona Economica Speciale (Zes); Matteo Lorito, rettore dell’Università Federico II di Napoli; e Michele Di Bari, prefetto di Napoli. È circolata anche l’ipotesi di Gennaro Sangiuliano, ma per lui si prospetta uno scenario politico diverso. Fonti autorevoli interne alla coalizione indicano che alla fine la scelta potrebbe restringersi a una sfida a due tra Romano e Lorito, entrambi profili con un forte legame istituzionale e una buona visibilità pubblica, elementi ritenuti fondamentali per contrastare efficacemente il candidato grillino.
Mentre in Campania si avvicina la definizione del candidato, il vero nodo politico per il centrodestra resta il Veneto, regione tradizionalmente considerata un feudo di centrodestra ma che oggi è teatro di un acceso dibattito interno. Nonostante sia una delle regioni dove la coalizione guidata da Giorgia Meloni può vantare maggiori possibilità di vittoria, le tensioni tra gli alleati sono palpabili.
Il timore principale riguarda la possibile formazione di una lista a sostegno di Luca Zaia, presidente uscente che ha già usufruito di tre mandati consecutivi. La sua candidatura non è gradita a tutti gli alleati, soprattutto alla Lega e a Fratelli d’Italia, che ambiscono a proporre un proprio candidato. Matteo Salvini spinge per un rinnovamento del volto politico in Veneto dopo l’epoca Zaia, mentre Fdi rivendica il ruolo di primo partito in regione in termini di consenso elettorale.
La coalizione ha inoltre deciso di non aspettare l’esito delle elezioni nelle Marche, previste per il 28 e 29 settembre, per definire la propria strategia elettorale nel Veneto, sottolineando così l’urgenza di sciogliere i nodi ancora aperti.

In vista delle elezioni regionali, è atteso un incontro tra i leader del centrodestra per mettere la parola fine al lungo e complicato totonomi che ha caratterizzato la fase preparatoria della campagna. Prima della partenza di Giorgia Meloni per gli Stati Uniti, dove parteciperà all’Assemblea Generale dell’ONU, è previsto un appuntamento cruciale ad Ancona con Antonio Tajani e Matteo Salvini. L’incontro, in programma per la sera del 17 settembre, sarà dedicato alla chiusura della campagna elettorale nelle Marche, ma rappresenterà anche un’occasione per definire le candidature nelle regioni più strategiche, tra cui Campania e Veneto.
La coalizione dovrà superare le divisioni interne per presentarsi unita e competitiva, con l’obiettivo di consolidare o ampliare il proprio consenso nelle prossime tornate elettorali. Il centrodestra, dunque, vive una fase delicata e decisiva. La settimana in arrivo sarà fondamentale per capire quale sarà la direzione definitiva presa dal centrodestra in una regione chiave per il futuro politico nazionale.