A pochi mesi dalle elezioni regionali, il quadro politico in diverse regioni italiane appare ancora incerto e segnato da una serie di trattative complesse all’interno dei principali schieramenti.
Le intese per i candidati sono tutt’altro che definitive e si teme un possibile slittamento delle date elettorali, con una situazione che rimane in alto mare, soprattutto nel centrodestra.
Situazione complessa nelle Marche e nel Centrodestra
Nelle Marche si è tenuto un incontro definito istituzionale, con la partecipazione di tutti gli esponenti di rilievo, ma con Matteo Salvini collegato solo in videoconferenza. L’appuntamento era volto a stringere sulle candidature, ma ancora non si è arrivati a un’intesa definitiva. Antonio Tajani ha confermato l’impegno per trovare “i nomi migliori” e lunedì sarà ad Ancona insieme a Giorgia Meloni per presentare gli interventi governativi dedicati alla Regione, auspicando anche qualche novità sul fronte elettorale.
La mancanza di una chiusura definitiva sulle candidature viene giustificata dai maggiorenti della coalizione con la necessità di attendere l’evolversi delle situazioni in altre regioni. In particolare, si pensa che il Veneto, insieme a Puglia e Campania, voterà nell’ultimo fine settimana utile, il 23 novembre. Proprio in queste regioni il confronto è molto acceso, soprattutto in Puglia e Campania, dove il centrosinistra, pur partendo favorito, deve ancora definire i propri candidati ufficiali.
In Toscana la partita è altrettanto aperta. Il governatore uscente Eugenio Giani rimane il favorito per la riconferma, nonostante la prudenza del Movimento 5 Stelle, che deve ancora sciogliere la riserva sul proprio sostegno. Dato che la Regione andrà alle urne presumibilmente a ottobre, la definizione del candidato dovrà avvenire a breve.
Anche in Calabria si registra una nuova, delicata sfida politica. Roberto Occhiuto, dimessosi anticipatamente, punta a succedere a sé stesso con il sostegno di Forza Italia, nonostante qualche malumore all’interno della coalizione. Per il centrosinistra il candidato più accreditato è l’ex presidente dell’INPS e attuale eurodeputato Pasquale Tridico, che però ha per ora escluso la candidatura, concentrandosi su altri temi politici. Il Partito Democratico potrebbe invece optare per il segretario regionale e senatore Roberto Irto. Anche in questo caso si attende un tavolo di confronto per definire programma e candidati.
Sul fronte del Movimento 5 Stelle, un altro nome in gioco per le Regionali è quello di Roberto Fico, ex presidente della Camera, con cui si sarebbe vicini a un’intesa in Campania, anche in accordo con il presidente uscente Vincenzo De Luca.

La situazione in Campania appare particolarmente frammentata, soprattutto nel centrodestra. Fratelli d’Italia vorrebbe candidare Edmondo Cirielli, attuale viceministro agli Esteri, mentre Forza Italia e altri alleati spingono per un candidato civico come Giosy Romano, ex commissario della Zona Economica Speciale (ZES). Questa competizione interna rischia di lasciare qualche strascico, anche se la partita più delicata rimane quella del Veneto.
Nel Veneto il nodo principale è la successione di Luca Zaia. La Lega ha già avviato la campagna elettorale, puntando con decisione su Alberto Stefani. Tuttavia, Fratelli d’Italia rivendica i propri risultati elettorali e la necessità di guidare una grande regione del Nord, mettendo in discussione la candidatura leghista. Alcuni consigliano alla premier Meloni di lasciare la leadership del Veneto alla Lega e concentrare gli sforzi elettorali sulla Lombardia, che dovrebbe tornare al voto solo nel 2028. Un’alternativa considerata è scegliere un candidato vicino all’area meloniana per Palazzo Balbi, ma al momento nessuno è disposto a scommettere che questa possa essere la soluzione definitiva al complicato rebus veneto.