Le nuove norme inserite nel Decreto PNRR-Scuola tornano alla Camera: in attesa di approvazione vediamo cosa contengono.
Il recente decreto presentato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, alla Camera dei Deputati, segna un passo cruciale nella trasformazione del sistema educativo italiano, grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Con il voto previsto per il prossimo martedì 3 giugno, le misure incluse nel decreto promettono di avere un impatto significativo su vari aspetti della scuola italiana, dal reclutamento dei docenti alla riforma degli istituti tecnici.
Nuove norme per la scuola: cosa prevede il Decreto alla Camera
Una delle innovazioni più rilevanti del decreto è la riforma degli istituti tecnici, finalizzata ad allineare l’offerta formativa alle esigenze del mercato del lavoro, in conformità con i target stabiliti dalla Missione 4 del PNRR. Questa riforma prevede l’introduzione di nuovi indirizzi e quadri orari aggiornati, con un’applicazione progressiva che inizierà dalle prime classi nel 2026/2027 e si estenderà fino alle quinte nel 2030/2031. Un punto centrale sarà il contingentamento del numero di classi, fissato a non superare quelle attive nell’anno scolastico 2023/2024, contribuendo così a una maggiore qualità dell’insegnamento e a una gestione più efficiente delle risorse.
Un altro aspetto chiave del decreto riguarda le misure di reclutamento dei docenti. Le graduatorie PNRR verranno integrate con idonei fino al 30% dei posti messi a bando, e le assunzioni saranno possibili fino al 31 dicembre 2025 anche per chi ha conseguito l’abilitazione entro tale data. Questo approccio mira a snellire i processi di assunzione e a garantire la copertura dei posti vacanti, un problema che ha afflitto il sistema scolastico negli ultimi anni. Inoltre, sarà creato un nuovo elenco regionale per i posti residui dal 2026/2027, insieme a un concorso specifico per l’educazione motoria con graduatoria ad esaurimento.

Il decreto non trascura l’importanza dell’innovazione didattica, prevedendo un ampliamento delle competenze informatiche e la possibilità per le scuole di realizzare progetti innovativi in via sperimentale. Parallelamente, il Ministero potrà riallocare fino a 820 milioni di euro da altri investimenti PNRR per la costruzione di nuovi edifici scolastici e la riqualificazione degli spazi esistenti, con un incremento del Fondo unico per l’edilizia di 10 milioni per ciascuno degli anni 2025 e 2026.
Questo rappresenta un’ottima opportunità per migliorare le infrastrutture scolastiche e garantire ambienti di apprendimento più sicuri e moderni. Queste riforme, se approvate, potrebbero rappresentare un cambiamento epocale nel panorama educativo italiano, mirando a costruire un sistema più inclusivo, moderno e in grado di rispondere alle sfide del futuro.