Roma, 10 giugno 2025 – Nel contesto dell’istruzione italiana si fa sempre più strada la necessità di regolamentare l’uso degli smartphone nelle scuole, con misure che si estendono ora anche agli istituti secondari di secondo grado.
Il Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha recentemente confermato che la sua iniziativa per un uso consapevole dei dispositivi mobili non si limiterà alle scuole primarie e secondarie di primo grado, ma coinvolgerà anche i licei e gli istituti tecnici.
Il divieto di utilizzo degli smartphone nelle scuole superiori
Il Ministro Valditara ha annunciato l’introduzione di un divieto generalizzato sull’uso degli smartphone durante le lezioni. La proposta prevede che all’inizio della giornata scolastica gli studenti consegnino i propri cellulari in appositi contenitori di raccolta obbligatori, con sanzioni disciplinari per chi non si adegua. Tuttavia, il provvedimento non si applicherà ai tablet utilizzati a scopo didattico, che resteranno consentiti.
Un aspetto importante è la ricerca di soluzioni che non costringano alla semplice consegna del telefono, ma permettano agli studenti di mantenere il dispositivo con sé senza poterlo utilizzare. In questo contesto si inseriscono le custodie Yondr, dispositivi innovativi che bloccano fisicamente l’accesso allo smartphone per tutta la durata delle lezioni.
Le custodie Yondr rappresentano una tecnologia già diffusa in diverse realtà scolastiche internazionali, soprattutto negli Stati Uniti, con risultati alterni. Ogni studente inserisce il proprio smartphone all’interno di una custodia morbida che si chiude magneticamente, impedendo l’uso del dispositivo. La custodia può essere aperta esclusivamente in apposite postazioni di sblocco situate in aree designate, ad esempio all’uscita dell’edificio scolastico o durante le pause autorizzate.
Questa soluzione consente di mantenere il cellulare in possesso dello studente, limitandone però l’uso durante le attività didattiche e riducendo così le distrazioni e i potenziali conflitti legati all’uso improprio del telefono. Tuttavia, la scelta di adottare le custodie Yondr suscita dibattiti: da una parte si sottolinea il miglioramento della concentrazione e la prevenzione di fenomeni come il cyberbullismo, dall’altra si evidenziano questioni legate alla libertà personale degli studenti, alla gestione delle emergenze e ai costi di acquisto e manutenzione delle custodie.

In Italia, la prima esperienza significativa con le custodie Yondr risale al 17 settembre 2018, quando il Liceo San Benedetto ha introdotto ufficialmente questo sistema. Gli studenti, all’ingresso in classe, depositano il cellulare nella custodia che viene sigillata tramite un meccanismo magnetico, rimanendo chiusa per tutta la durata delle lezioni, inclusa la ricreazione. Solo gli insegnanti dispongono della base magnetica per sbloccare le custodie.
L’iniziativa ha avuto un forte carattere pedagogico, con l’obiettivo di ridurre le distrazioni, promuovere l’interazione sociale e prevenire il cyberbullismo. Le reazioni degli studenti sono state inizialmente divise: alcuni hanno apprezzato la maggiore concentrazione e il miglior clima di classe, altri invece si sono sentiti isolati dall’impossibilità di accedere ai propri dispositivi. Col tempo però la maggioranza ha riconosciuto i vantaggi di questa misura nel favorire un ambiente di apprendimento più sereno. Nonostante l’interesse crescente, la diffusione delle custodie Yondr in Italia rimane limitata a causa dei costi elevati e delle difficoltà organizzative legate alla gestione delle emergenze e alla tutela della privacy.
Un esempio recente di implementazione strutturata proviene dal Lycée Chateaubriand di Roma, che ha reso obbligatorio l’uso delle custodie per gli studenti del primo e secondo anno delle superiori. Dal prossimo anno scolastico, gli alunni delle classi “troisième” e “seconde” dovranno sigillare i propri smartphone all’ingresso, con la possibilità di aprire la custodia solo durante la pausa pranzo e al termine delle lezioni.
Il divieto sull’uso degli smartphone nelle scuole si inserisce in un più ampio quadro di obiettivi educativi e disciplinari. Ridurre le distrazioni, migliorare la concentrazione, prevenire il bullismo e rafforzare l’autorità della scuola come luogo di formazione sono tra le principali motivazioni alla base di queste misure.