
Brillò una sola estate, quella giusta, quella dei mondiali tedeschi del 2006, in cui fece magie degne dei calciatori migliori della storia e segnò il rigore finale che ci fece battere la Francia. Il cielo si tinse d’azzurro, noi lo salutammo come un profeta, poi la sua stella, destinata a essere una cometa, si spense. Ma a lui cosa gliene frega? È Campione del Mondo e man of the match della finale. In una carriera, va bene così.