L’ultima sua esperienza è stata con la maglia dell’Olbia in Serie D, ma la decisione definitiva è stata segnata da una crescente pressione mediatica e da critiche che hanno pesato più del previsto. A raccontare i retroscena di questa scelta è stato il suo ex allenatore, Marco Amelia, che ha evidenziato le qualità tecniche del giovane calciatore, ma anche le difficoltà legate al suo cognome ingombrante.
La pressione del cognome e la scelta di ritirarsi
Il peso di portare il nome di Francesco Totti, uno dei più grandi calciatori della storia italiana, si è rivelato per Cristian un fardello difficile da sostenere. Come ha spiegato Amelia, che ha allenato Cristian all’Olbia e che in passato ha vestito la maglia della Roma, il ragazzo aveva tutte le caratteristiche per fare una carriera da centrocampista di buon livello in Serie C o Serie B: “Era capace di impostare il gioco, leggere tra le linee difensive e recuperare palla in fase difensiva. Aveva qualità importanti, ma la pressione del nome ha inciso molto nelle sue valutazioni e nelle sue prestazioni”.
Dopo sei presenze con l’Olbia, Cristian aveva iniziato un periodo di riflessione a dicembre 2024, culminato poi con la decisione di non continuare a giocare a calcio in modo professionistico. “Non posso dire molto, ma confermo che mi ritiro. Non giocherò più a calcio”, ha dichiarato in esclusiva a La Nuova.
Body shaming e critiche mediatiche
La carriera di Cristian Totti è stata segnata anche da episodi di body shaming che hanno finito per aggravare la sua situazione psicologica e sportiva. Un episodio emblematico risale ad agosto 2024, poco dopo il suo debutto con l’Olbia in Coppa Italia contro l’Ilvamaddalena, quando alcuni video e clip di gioco sono stati oggetto di commenti denigratori sui social, con accuse ingiustificate sulla sua forma fisica. Nonostante Cristian avesse un fisico in linea con gli standard della categoria, la critica mediatica si è concentrata anche su aspetti superficiali come l’aspetto estetico.
Il padre Francesco, accorso allo stadio “Nespoli” per sostenerlo, non è però riuscito a cambiare il corso degli eventi. La pressione e le polemiche, infatti, sembrano aver avuto la meglio sul giovane talentuoso.
Dal campo all’accademia: il futuro nel calcio
Se è finita l’avventura da giocatore, non si spegne invece il legame di Cristian con il pallone. Il ragazzo ha già firmato un contratto per entrare a far parte della Totti Soccer School, l’accademia fondata da Francesco Totti e gestita dallo zio Riccardo. Qui lavorerà a fianco del direttore generale Claudio D’Ulisse, dedicandosi alla ricerca e alla formazione di giovani talenti. Un ruolo che gli permetterà di rimanere all’interno del mondo del calcio, ma con un approccio diverso, lontano dalle luci del campo e dalle pressioni mediatiche.
Questa scelta rappresenta una modalità alternativa per continuare a vivere il calcio, sfruttando l’esperienza maturata e il nome di famiglia per costruire una carriera di successo fuori dal rettangolo di gioco.
Il percorso sportivo e le difficoltà incontrate
Il cammino di Cristian nel calcio è iniziato nelle giovanili della Roma, la squadra del padre, con la formazione Under 17. Tuttavia, le sue presenze sono sempre state limitate: appena due partite nella Under 18, con un totale di quindici minuti giocati. Cercando più spazio, si è trasferito alla Primavera del Frosinone, dove ha disputato quattro partite, segnando anche un gol sotto la guida di Amelia.
Il 2024 è stato un anno difficile: dopo un breve passaggio nelle giovanili del Rayo Vallecano in Spagna, senza lasciare tracce sportive significative, Cristian ha firmato a luglio con l’Avezzano in Serie D, per poi spostarsi ad agosto all’Olbia, sempre in Serie D. Sei mesi dopo, è arrivata la decisione di ritirarsi definitivamente.
Il peso delle aspettative per i figli di grandi campioni
La vicenda di Cristian Totti non è isolata: molti figli di leggende del calcio hanno dovuto fare i conti con aspettative schiaccianti e paragoni incessanti. Dai casi di Diego Maradona jr a Jordi Cruyff, passando per Romeo Beckham ed Edinho Pelé, la pressione di un cognome famoso spesso risulta un ostacolo più che un vantaggio.
Al contrario, altri sono riusciti a costruire una carriera solida e autonoma, come Paolo Maldini, Lilian Thuram e Christian Vieri, dimostrando che, sebbene il peso del nome sia importante, non è insormontabile.
Francesco Totti: un’eredità sportiva e umana
Francesco Totti, nato a Roma nel 1976, è considerato uno dei più grandi calciatori italiani di sempre. Campione del mondo nel 2006, ha giocato tutta la sua carriera nella Roma, diventandone il capitano e leggenda. Con 250 gol in Serie A, detiene record importanti e ha rappresentato un modello di talento, leadership e attaccamento alla maglia.
Oggi, oltre a essere una figura di riferimento nel calcio, Totti si dedica alla promozione di giovani talenti attraverso la sua Totti Soccer School, un progetto che ora vede coinvolto anche suo figlio Cristian, in una veste diversa da quella di calciatore.