Dai dati emersi dall’European Health Behaviour Survey 2025, realizzata da Ipsos per Huawei, risulta che oltre l’80% degli utilizzatori di dispositivi indossabili ha modificato le proprie abitudini, adottando comportamenti più salutari come l’incremento dell’attività fisica quotidiana e una maggiore attenzione alla qualità del sonno.
Secondo l’indagine, il legame tra stile di vita e salute è ormai riconosciuto dall’78% degli europei che utilizzano un wearable. Non a caso, anche molti medici di assistenza primaria sono oggi propensi a consigliare l’utilizzo di questi strumenti, che permettono di monitorare parametri fondamentali per la prevenzione e la gestione della salute: pressione arteriosa, glicemia, frequenza cardiaca, saturazione dell’ossigeno nel sangue (SpO2) ed elettrocardiogramma.
Tra chi indossa uno smartwatch, il 53% controlla regolarmente la frequenza cardiaca, mentre il 68% monitora quotidianamente l’attività fisica. La costanza nell’attività motoria è confermata dal fatto che il 78% degli utenti svolge esercizio fisico con regolarità, e il 41% imposta obiettivi specifici, come il raggiungimento di una media tra i 7.000 e gli 8.000 passi giornalieri, per mantenersi attivo.
Un dato interessante riguarda la percezione dell’importanza dei vari parametri monitorati: il 76% degli europei considera la pressione arteriosa il dato più rilevante, seguita da frequenza cardiaca e qualità del sonno. Su quest’ultimo aspetto, però, emerge un disallineamento tra pazienti e medici, dato che solo l’8% dei professionisti intervistati attribuisce al sonno una priorità di monitoraggio.
Wearable e autoconsapevolezza: un binomio in crescita
Il rapporto Ipsos mette in luce anche un aspetto fondamentale per i produttori di dispositivi indossabili: il grado di soddisfazione degli utenti. Chi acquista uno smartwatch tende a valorizzarne rapidamente le funzionalità, identificandolo come un prezioso alleato per la propria salute e benessere. Nonostante questi dispositivi non possano sostituire il parere medico qualificato, rappresentano strumenti essenziali per favorire l’autoconsapevolezza e il controllo quotidiano dello stato di salute.
Attualmente, circa metà della popolazione europea possiede uno smartwatch, segno che il mercato degli indossabili ha margini di crescita importanti. Gli utenti apprezzano soprattutto la possibilità di ricevere notifiche, effettuare pagamenti contactless, controllare la musica e accedere rapidamente a messaggi, riducendo così la dipendenza dallo smartphone.

Dai commenti raccolti tra gli utilizzatori emergono opinioni contrastanti. Molti riconoscono il valore motivazionale dello smartwatch, che li spinge a muoversi di più grazie a promemoria come quello di alzarsi almeno una volta all’ora o di raggiungere un certo numero di passi. Un utente ha raccontato di essere passato da una semplice smartband a un modello più avanzato come il Garmin Forerunner, con cui ha potuto pianificare allenamenti e ha persino corso la sua prima maratona senza percepire eccessiva fatica, affidandosi alle indicazioni del dispositivo.
Altri, invece, mettono in dubbio che lo smartwatch da solo possa essere responsabile del cambiamento nelle abitudini di vita, sostenendo che chi decide di migliorare il proprio stile di vita lo farebbe comunque, indipendentemente dall’uso di un wearable. Alcuni sottolineano che il vero valore aggiunto è la comodità nell’uso quotidiano, come la gestione delle notifiche o dei pagamenti, piuttosto che le funzioni di monitoraggio della salute.
Un aspetto rilevante riguarda anche l’energia: mentre i dispositivi tradizionali richiedevano un cambio batteria ogni due anni, i moderni smartwatch necessitano di essere ricaricati ogni una o due settimane, un compromesso accettato da molti utenti in cambio delle numerose funzionalità offerte.
Il ruolo dei medici e il contesto sanitario
Nel dibattito emerge anche qualche confusione terminologica riguardo alla figura del medico di base. In Italia, il medico di medicina generale (MMG), spesso chiamato impropriamente “medico di famiglia”, è un professionista con una formazione specifica e una convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Il medico di assistenza primaria svolge un ruolo cruciale nel consigliare l’uso di dispositivi tecnologici per la salute, anche se il monitoraggio del sonno rimane una priorità meno condivisa rispetto ad altri parametri.