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A pochi giorni di distanza da Dogman, in uscita un altro film sul delitto del Canaro

Il weekend scorso è uscito nelle sale Dogman, il film di Matteo Garrone liberamente ispirato al delitto del Canaro della Magliana. Un film stupendo che al Festival di Cannes ha vinto il premio come Migliore Attore grazie a Marcello Fonte, il suo protagonista. Dogman è un film emozionante, la violenza è spesso solo suggerita, la location è desolata e insieme spettacolare, gli attori sono perfetti nei ruoli e Matteo Garrone si conferma uno dei migliori registi italiani contemporanei.

La vicenda di Pietro De Negri, il Canaro della Magliana che nel 1988 seviziò, torturò e uccise l’ex pugile Giancarlo Ricci da cui era continuamente tormentato, è ad oggi uno dei delitti più efferati della storia recente italiana, ma nessuno si aspettava che nello stesso anno, a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, uscissero due film sulla stessa vicenda.

Il 7 giugno uscirà nelle sale Rabbia Furiosa – Er Canaro, il film di Sergio Stivaletti che promette di essere molto più splatter di Dogman, ma guardando il trailer si intuisce che sarà anche molto più trash. Di sicuro i registi hanno avuto budget molto differenti e il loro stile non è neanche paragonabile: se Garrone è un esponente del cinema d’autore, Stivaletti ha dalla sua un’enorme esperienza nel campo degli effetti speciali ed è stato collaboratore di Dario Argento, Lamberto Bava, Gabriele Salvatores e persino, ironia della sorte, di Matteo Garrone ne L’imbalsamatore.

Il protagonista in una scena di Rabbia furiosa

Rabbia Furiosa è ambientato a Roma ai giorni nostri e la storia è sempre quella: un piccolo criminale proprietario di un negozio per cani, interpretato da Riccardo De Filippis (lo Scrocchiazeppi di Romanzo Criminale), dopo essere tornato dal carcere che si è fatto per colpa dell’ex pugile complice-aguzzino, interpretato da Virgilio Olivari, decide di vendicarsi in modo atroce. Nel cast anche Romina Mondello nei panni della moglie del Canaro.

Questo Canaro splatter, diciamo così, farà sicuramente la gioia di chi ama i b-movie, la recitazione un po’ sopra le righe e tanto, tanto sangue. Resta la più grande perplessità: che bisogno c’era di mettere in produzione, anzi in autoproduzione visto che la Apocalypsis è la casa di Sergio Stivaletti, un film che narra la stessa storia di un altro già annunciato e già in corsa come miglior film della stagione? Chi ci vede una mossa di marketing per sfruttare il clamore di Dogman potrebbe pensare male, ma come diceva Andreotti: a pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina.

Una scena del film
Simone Stefanini

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