TV e Cinema

Dr. Sleep e The End of the F***ing World: due sequel di rara inutilità

Immaginate un mondo in cui una persona qualunque finisca di vedere la seconda stagione di The End of the F***ing World su Netflix nel pomeriggio e poi la sera vada a cinema a vedere Dr. Sleep. Quanto dolore, quanto imbarazzo, quanta inutilità. Sono due prodotti che non hanno alcun collegamento, hanno solo avuto il cattivo gusto di uscire nello stesso periodo per ricordarci, ce ne fosse bisogno, che i sequel spesso sono delle colossali perdite di tempo.

Andiamo con ordine: The End of the F***ing World è una serie tv britannica creata da Jonathan Entwistle e interpretata da Alex Lawther e Jessica Barden, tratta dal fumetto di Charles Forsman. La prima stagione sembra essere autoconclusiva e finisce col botto, lasciando gli spettatori per sempre innamorati di Alyssa e James, i protagonisti tanto squinternati quanto adorabili.

Dr. Sleep è un film diretto da Mike Flanagan (Hill House su Netflix) e interpretato da Ewan McGregor, tratto dal libro di Stephen King. È la storia di Danny Torrance dopo i fatti terribili dell’Overlook Hotel raccontati in Shining, il libro di Stephen King del 1977 e (soprattutto) il capolavoro cinematografico di Stanley Kubrick del 1980.

Come avete appena letto, Dr. Sleep e la seconda stagione di TEOTFW sono due audiovisivi che raccolgono un’enorme eredità e riescono a gettarla alle ortiche con una semplicità disarmante. La serie tv di Netflix brilla per continuità: stessa fotografia, stessa regia, stessi attori (ops spoiler), colonna sonora del chitarrista dei Blur sempre più bella, nuovo inserimento di un’attrice che trasforma la trama in un thriller. C’è tutto per far volare il progetto, eppure una volta arrivati alla fine vorremmo tornare indietro e non averla vista. La prima stagione si chiude con la (presunta) morte di James e tutta una storia da immaginare, da riempire a nostro piacimento. La seconda, non più sorretta dalla trama del graphic novel da cui è stata tratta, inventa trame pretestuose che durino abbastanza per una manciata di episodi da 20 minuti l’uno che, alla fine della fiera, uccidono la fantasia e pure il ricordo della prima stagione, che resta meravigliosa.

Ben più drammatica è la situazione di Dr. Sleep, che già dal trailer si arroga il diritto di essere il sequel di Shining. Mani avanti: non si fa. Non avrebbe dovuto Stephen King quando l’ha scritto, e infatti il romanzo Dr. Sleep è uno dei più deboli della sua recente produzione, così come Mike Flanagan non avrebbe dovuto trasformare quelle pagine povere di idee in un film che pretende di omaggiare sia lo Shining di Kubrick (che King ha sempre detestato, giusto per farvi capire quanto sarebbe tremendo andare al cinema con lui) ricalcando alcune sequenze con nuovi attori neanche somiglianti, in una trama che sembra uscita fuori dalla saga di Twilight. I due film non sono neanche conoscenti di vista. Il primo mette ansia dalla prima scena, dal primo suono, dal primo sguardo ed è un’escalation di terrore, nel secondo rischi di addormentarti al minuto 25 e vuoi arrivare alla fine solo per rivedere l’Overlook Hotel, che regala una cocente delusione e malcelato disagio.

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Senza entrare troppo nei tecnicismi, proviamo a fare un discorso generale che valga per entrambi, resi simili dall’inutilità della loro creazione. Non si tratta neanche di toccare l’intoccabilità, perché Steven Spielberg con Ready Player One ha fatto un ottimo tributo allo Shining di Kubrick, senza pisciare sulla sua tomba come invece pare intendessero fare King e Flanagan.  TEOTFW fino a poco tempo fa era un esempio su come si possa fare una serie tv parlando di adolescenti problematici senza essere ridondanti, con un equilibrio perfetto.

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Entrambi i sequel sono portatori sani di fastidio, perché uccidono l’immaginazione andando a parlare del futuro dei personaggi una volta finita la storia portante, quello che in ogni opera di fiction dovrebbe rimanere misterioso, aperto a ogni possibilità. Fortunatamente per noi, possiamo tornare a guardare gli originali fingendo che novembre coi suoi doni di dubbio gusto non sia mai successo. Un solo consiglio da uno spettatore: se c’è anche solo il sentore del rischio di sputtanare un’opera perfetta con il sequel, cancellate il progetto e create qualcosa di nuovo. Grazie.

Simone Stefanini

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