TV e Cinema
di Sandro Giorello 5 Gennaio 2017

Le regole fondamentali da seguire per fare la perfetta maratona di serie tv

Winter is coming, ma per davvero: perché non combattere il freddo insieme alle nostre serie preferite?

Il meteo parla chiaro, le correnti gelide artiche in rapida discesa dal Nord Europa ci costringeranno a stare in casa per tutto il ponte della befana e probabilmente anche dopo. Che si fa? Noi vi consigliamo una bella maratona di serie tv.

 

 

Se siete dei fan delle serie tv è come passare un weekend fuori porta con i vostri amici più cari. Vi chiudete in una bolla magica e rimandate le vostre preoccupazioni a quando sarà tutto finito. E poi le maratone non sono nemmeno così massacranti come si pensa: escluse quelle da 24 puntate, che ormai sono sempre meno, un’intera stagione dura circa nove ore, vuol dire che se la iniziate il venerdì a cena, sabato pomeriggio l’avete già finita, senza notti insonni e prendendovi tranquillamente i vostri tempi.

 

 

Come ci si prepara? Ognuno si allena come crede, ma il primo passo è uguale per tutti: va scelta la serie giusta. A meno che siate obbligati a fare un recuperone per mettervi in pari con la nuova stagione che sta per cominciare, vi consigliamo di scegliere titoli non troppo pesanti e che sappiano giocare con più elementi diversi – scene azione, l’amore, momenti comici – e non girino ossessivamente solo su un unico argomento. Ovviamente questo dipende dai gusti personali, ma se, ad esempio, una puntata di Black Mirror vi impegna più di una lezione all’Università o se The Night Of vi mette troppa ansia, difficilmente riuscirete ad arrivare in scioltezza fino all’ultima puntata.

 

Perché, ovviamente, l’obiettivo di una maratona è quello di essere portata a termine, se ci sono inconvenienti o distrazioni che interrompono il flusso delle puntate è finita. Sono sempre le cose più banali a fregarvi: se le guarderete su Netflix vi servirà una connessione decente – la maratona è sconsigliata, quindi, quando tornate a casa dai genitori per le feste e retrocedete al modem 56k – e sappiate che il karma e il famoso Dio del buffering spesso agiscono insieme punendovi nei modi più sadici.

 

 

Se invece le recuperate in modi diversamente legali, accertatevi che tutto sia funzionante e controllate bene ogni sottotitolo. Prima di iniziare la maratona fate un piccolo check affinché ogni puntata sia ben sincronizzata, non c’è niente di più antipatico di doversi fermare per scaricarne di nuovi o impazzire dietro ai controlli del vostro programma video. Ci sono squadre del MIT di Boston che stanno attualmente studiando come mai il sottotitolo rallenti sempre nei momenti cruciali o, peggio, a volte anticipi le battute spoilerandovi chi è l’assassino. Quando succede non resta che invocare tutti i santi, a volumi che vi faranno sentire fino all’attico.

 

 

Regola a parte: evitate di scegliere i sottotitoli in inglese solo per fare i fighi e vantarvi in chat con gli amici, avete davanti parecchie puntate da vedere, è un impegno che va preso con serietà. Perché rischiare di andare in crisi appena nella scena compare il classico spacciatore di Brooklyn il cui slang è incomprensibile anche per un madrelingua?

Spegnete il cellulare, i messaggi di WhatsApp potrebbero distrarvi e magari vi chiama pure qualcuno invitandovi ad uscire (giammai!). Concedetevi il lusso di farvi consegnare il pranzo e la cena a domicilio riducendo il “problema pasti” al minimo, dovrete buttare poi la spazzatura ma potrete sicuramente procrastinare. Al mattino, invece, cornetto e cappuccino al bar. Un po’ di aria fresca vi farà bene. Ma senza esagerare.

 

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In compagnia o da soli? Avere un partner è sempre una bella cosa, non c’è niente di meglio di qualcuno con cui scherzare quando il ritmo della puntata rallenta un po’. Se poi l’intreccio è particolarmente complicato, due cervelli sono sempre meglio di uno per analizzare a dovere le scene. La grandissima controindicazione nell’affrontare una maratona in coppia è quando il vostro lui/la vostra lei tende ad abbioccarsi sul divano mandando a monte l’intero weekend. A quel punto o continuate in solitaria (e non c’è bisogno di pensare a doppi sensi) oppure vi tocca trovare qualcosa da fare posticipando tutto di qualche ora.

 

 

Effetti collaterali: mal di testa, spossatezza, problemi nel gestire l’alternanza notte-giorno o, peggio, non distinguere la realtà dalla finzione. Tra gli esempi più classici: rispondere in romanaccio al vostro padrone di casa dopo due stagioni di Romanzo Criminale o, in preda alle visioni, affacciarvi al balcone pensando di essere Jude Law in piazza San Pietro. Oppure credere che alcuni messaggi che trovate per strada siano rivolti a voi.

 

Una foto pubblicata da Sandro Giorello (@sandro_giorello) in data:

Ma in cambio avrete anche tante cose belle. La maratona c’entra più con lo spirito che con la mente, uno non l’organizza solo per aumentare il proprio catalogo di serie viste, è un onesto e sentito tributo a persone di talento che hanno scritto e realizzato show importanti. Hanno dato il Nobel a Bob Dylan, prima o poi lo riceverà anche Aaron Sorkin o la coppia Benioff e Weiss. E, se mai decideste di rivedere una serie che avete già visto, scoprirete tanti dettagli – tipo vere epifanie – che in altre condizioni non avreste mai colto.

Alla fine è come l’appassionato che ritorna in sala ogni volta che ridanno il suo film preferito, serve giusto più tempo (molto di più, in realtà). Fidatevi, ne varrà la pena.

 

 

 

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