L’entrata in vigore, prevista per ottobre 2025, del nuovo sistema europeo di ingresso e uscita (EES) sta generando numerosi equivoci tra i viaggiatori diretti nell’Unione Europea.
Diverse informazioni errate circolano soprattutto riguardo alle nuove regole per i cittadini britannici e provenienti da Paesi terzi. È importante fare chiarezza su cosa cambierà realmente e quali sono le vere implicazioni per chi si sposta in Europa.
Cosa cambia davvero con il sistema EES?
L’EES rappresenta un sistema elettronico che registra in modo automatizzato e digitale i dati di ingresso e uscita dei cittadini extracomunitari alle frontiere esterne dell’UE. L’obiettivo principale è migliorare la sicurezza e facilitare il controllo del rispetto della durata massima di soggiorno di 90 giorni in un periodo di 180 giorni nell’area Schengen. Molti timori riguardano l’obbligo di assicurazione sanitaria, la necessità di un visto oppure l’aumento delle tasse di frontiera. Tuttavia, la Commissione europea ha confermato che l’introduzione dell’EES non comporterà l’obbligo di assicurazione di viaggio per i cittadini britannici né per altri viaggiatori extracomunitari esenti da visto.
Contrariamente a quanto affermato da alcuni esponenti politici nel Regno Unito, come Nigel Farage, i viaggiatori britannici non dovranno dimostrare di possedere un’assicurazione sanitaria per entrare nell’UE. Attualmente, i cittadini del Regno Unito possono usufruire della Global Health Insurance Card (GHIC), che garantisce accesso alle cure mediche essenziali in Europa a condizioni simili a quelle dei residenti. L’EES non modificherà tale situazione. Allo stesso modo, i cittadini britannici e di altri Paesi esenti da visto non dovranno richiedere un visto per soggiorni brevi, ossia fino a 90 giorni entro un periodo di 180 giorni.
L’EES non è un sistema di rilascio visti, ma uno strumento di registrazione automatica dei dati di ingresso e uscita, sostituendo il tradizionale timbro sul passaporto. Va poi precisato che il sistema EES è spesso confuso con l’ETIAS (European Travel Information and Authorization System), che sarà introdotto a fine 2026. L’ETIAS richiederà una preventiva autorizzazione di viaggio per i viaggiatori esenti da visto, inclusi i britannici, ma non si tratta di un visto vero e proprio, bensì di un’autorizzazione elettronica simile all’ESTA statunitense.
Alcuni viaggiatori britannici vedono nell’EES una misura punitiva legata alla Brexit, ma in realtà il sistema è stato progettato dall’UE ben prima dell’uscita del Regno Unito dall’Unione. Si tratta di uno strumento volto a modernizzare e uniformare i controlli di frontiera per tutti i cittadini extracomunitari, indipendentemente dalla loro nazionalità. In parallelo, il Regno Unito ha adottato il proprio sistema di autorizzazione elettronica, l’Electronic Travel Authorization (ETA), operativo da aprile 2025. Analogamente all’ETIAS europeo, l’ETA richiede ai viaggiatori di ottenere un permesso digitale prima di entrare nel Regno Unito, per soggiorni fino a sei mesi nell’arco di due anni.

L’EES si applicherà esclusivamente ai cittadini extracomunitari che effettuano brevi soggiorni nell’area Schengen. Non riguarda i cittadini dell’UE, né chi è in possesso di un visto a lungo termine o di un permesso di soggiorno. Restano inoltre esclusi dal sistema coloro che si recano in Europa per motivi di studio, ricerca, formazione, programmi di scambio o volontariato, così come i lavoratori transfrontalieri e i capi di Stato. È importante sottolineare che l’EES non comporterà tasse di frontiera aggiuntive. Le uniche spese previste saranno legate all’ETIAS che, a partire dal 2026, imporrà un costo di circa 20 euro a persona per ottenere l’autorizzazione di viaggio.
Sono esentati dal pagamento i minori di 18 anni, gli anziani oltre i 70 anni e i familiari di cittadini UE o extracomunitari con diritto di circolazione. Nonostante alcune preoccupazioni iniziali, è previsto che l’EES semplificherà e velocizzerà i controlli alle frontiere, grazie all’automazione dei processi e all’utilizzo di tecnologie biometriche come il riconoscimento facciale e la scansione delle impronte digitali. L’UE sta inoltre valutando l’introduzione di sistemi di pre-registrazione e di aree self-service per ridurre i tempi d’attesa.
Per quanto riguarda la privacy, il sistema EES raccoglierà esclusivamente dati biometrici e informazioni specifiche sul viaggio, come le date di ingresso e uscita e i dettagli del passaporto. Non sarà possibile tracciare altre attività o spostamenti interni all’UE. La gestione dei dati sarà sottoposta a rigide norme europee in materia di protezione della privacy, con limitazioni precise sull’accesso, la durata e l’utilizzo delle informazioni raccolte. Con l’entrata in vigore del sistema EES, l’Europa si prepara quindi a una gestione più sicura e moderna dei flussi migratori, senza imporre nuovi obblighi onerosi ai viaggiatori e mantenendo un equilibrio tra sicurezza, efficienza e tutela della privacy.