Dailybest.it
  • Cronaca
  • Politica
  • Salute
  • Economia
  • Sport
  • Viaggi
  • Cinema e Tv
  • Cultura
  • Lavoro
  • Scienze
  • Scuola
No Result
View All Result
  • Cronaca
  • Politica
  • Salute
  • Economia
  • Sport
  • Viaggi
  • Cinema e Tv
  • Cultura
  • Lavoro
  • Scienze
  • Scuola
No Result
View All Result
Dailybest.it
No Result
View All Result
Home TV e Cinema

‘L’uomo che rubò Banksy’ non è solo un film, ma una bomba di interrogativi culturali che vi farà riflettere

by Stefano Disastro
06/12/2018
in TV e Cinema
0
‘L’uomo che rubò Banksy’ non è solo un film, ma una bomba di interrogativi culturali che vi farà riflettere

‘L’uomo che rubò Banksy’ di Marco Proserpio è il film che non potete perdervi se siete appassionati di Arte, ovvero se siete delle persone a cui piace ragionare tout court sul Mondo in cui viviamo e sulle sue dinamiche economiche & culturali.

Prodotto dallo stesso Proserpio e Rai Cinema, nelle sale italiane con distribuzione Nexo Digital solo l’11 e il 12 dicembre (elenco delle sale qui) con l’ipnotica voce narrante di Iggy Pop, il film è un lungo e ricchissimo racconto sulla speculazione nel mercato dell’arte della street art, il confronto tra culture diverse in epoca (post?) coloniale, il diritto d’autore, il copyright e la conservazione delle opere, il senso stesso della street art, la Questione Palestinese, l’identità di un popolo attraverso la sua rappresentazione, la ribellione, la sopravvivenza e la legalità. Scritto con Filippo Perfido e Christian Omodeo, tutto parte dalla figura sfuggente misteriosa e soprattutto controversa di Banksy, che nel 2007 dipinge alcune opere a Betlemme sui muri nei territori occupati, scatenando reazioni opposte tra gli abitanti e gli artisti locali e i turisti/spettatori occidentali, nello specifico tutto ruota attorno a un murale dipinto sulla facciata di una casa privata  in cui Banksy ha dipinto un poliziotto israeliano che chiede i documenti a un asino. Apriti cielo.

Le posizioni -strano- si estremizzano subito tra il “Ma chi è questo Banksy che viene qui a insultarci e a dipingerci come asini? Cosa vuole?” e il “grazie a Banksy adesso gli occidentali sapranno della nostra condizione e blabla” e il “è tutto fatto per soldi” a il “ah si? e allora sai cosa faccio io adesso mi taglio quel pezzo di muro e me lo rivendo al miglior offerente per ripagare gli arredi nuovi della chiesa che frequento”. E il bello è che è tutto vero e tutti hanno ragione. L’abilità di Proserpio è proprio questo equilibrio e apertura verso la storia e l’umanità nel saper gestire le situazioni e dare uguale voce e importanza a tutti i protagonisti coinvolti e a non farsele bastare mai, già,  perchè Proserpio e il suo team riescono a coinvolgere parecchie voci differenti, dalle persone comuni a collezionisti e galleristi famosi, ad artisti locali e non, a curatori e critici d’arte.

Su tutti i personaggi svetta, anche fisicamente, Walid La Bestia, un tassista palestrato locale che fa da corpulento e quasi-saggio Caronte. Altra dote del film è trovare collegamenti tra eventi e luoghi distanti nel tempo, parlando di street art e di “appropriazione indebita o meno” di un’opera si parla di Blu e dei famosi “strappi” della famigerata&controversa mostra di Bologna, poi si finisce a Los Angeles, Vienna e a Londra per intervistare collezionisti, legali e critici coinvolti in prima persona su queste tematiche.

.
.

Da un punto di vista strettamente tecnico ‘L’uomo che rubò Banksy’ è davvero un’opera pregevole e perfettamente contemporanea nel mischiare formati e tecniche (dall’hd a telefonini a mini dv e foto e grafiche), oltre che mixare in un riuscito equilibrio musiche occidentali ed orientali (nota di merito alle musiche originali di Federico Dragogna, Victor Kwality, Matteo Pansana). Che altro dire? Se non che ‘L’uomo che rubò Banksy’ è un film che pone moltissime domande senza dare nessuna risposta se non la pura e semplice realtà, lasciando a ogni singolo spettatore il compito di decifrare e riconoscere la propria scala di valori e il proprio personale pensiero sulle questioni trattate.
Niente da aggiungere. Un film dal respiro realmente internazionale. Consigliatissimo.

.

 

 

Tags: banksyInstaStoriesnewsstreet art
Stefano Disastro

Stefano Disastro

Next Post
Gli addobbi natalizi più equivoci da tutto il mondo

Gli addobbi natalizi più equivoci da tutto il mondo

Articoli recenti

  • Check-out rapido e sicuro: tutto quello da sapere per non pagare penalità
  • Beautiful, spoiler 14 maggio: la rivelazione devastante di RJ a Brooke e Katie
  • Sanremo 2026, spuntano i nomi del conduttore e del co-conduttore: grande svolta in Rai
  • “Gli hanno offerto 400.000 euro”: L’Isola dei Famosi, trapela solo ora il retroscena choc. Volevano proprio lui
  • File al Caf, finalmente si può richiedere lo sconto del 50% sull’IMU: basta un solo documento
  • Redazione
  • Privacy Policy
  • Disclaimer

Copyright © 2025 Dailybest.it proprietà e gestione multimediale di Too Bee Srl - Via Giovanni Guareschi 39 - 00143 Roma - P.Iva 17773611003 - Questo blog non è una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001

Change privacy settings
×
No Result
View All Result
  • Cronaca
  • Politica
  • Salute
  • Economia
  • Sport
  • Viaggi
  • Cinema e Tv
  • Cultura
  • Lavoro
  • Scienze
  • Scuola

Copyright © 2025 Dailybest.it proprietà e gestione multimediale di Too Bee Srl - Via Giovanni Guareschi 39 - 00143 Roma - P.Iva 17773611003 - Questo blog non è una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001