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di Mattia Nesto 26 Marzo 2019

Il concerto con le canzoni di Final Fantasy dovrebbe diventare patrimonio dell’UNESCO

Caro Wagner scansati: l’opera d’arte totale è affare di Nobuo Uematsu.

Ad un certo punto, grosso modo alla fine del concerto, quando sono partite le primissime note di “One-Winged Ange”, una delle canzoni più celebri di Final Fantasy VII, tutto il teatro Ciak di Milano, e stiamo parlando di quasi tremila persone, hanno intonato, all’unisono “Sephirot” con una passione e forza tale da far quasi sembrare imminente il crollo dell’intera struttura. Già perché lo spettacolo Distant Worlds, ideato ormai più di dieci anni dalla AWR Music Productions per la direzione del maestro Arnie Roth, è diventato un vero e proprio fenomeno di culto così come ha significato, una volta di più, come le composizioni di sua Maestà Nobuo Uematsu siano l’esatto corrispettivo-oggettivo di quello che erano le opere di Wagner nell’Ottocento: il diario intimo dei sentimenti del nostro tempo.

Il concerto che è andato in scena anche a Santa Cecilia in Roma è una vera e propria cavalcata nell’epopea di Final Fantasy la quale nonostante un discusso quindicesimo capitolo (che qui abbiamo analizzato, non dimenticandoci anche dei pregi e molti di quel videogioco) è ancora una della saghe, se non la saga videoludica più amata di tutti i tempi. Ed ecco allora che, grazie ad un’orchestra composto da cento elementi davvero tutti molto bravi (plausi e lode al coro, impressionante!), i pezzi di Nobuo Uematsu  possono fuoriuscire dalle nostre console casalinghe e passare dal piccolo mondo dei bit a una grande sala da concerto. Insomma, roba da UNESCO ma per davvero.

Ascoltare insieme a migliaia di persone pezzi come il “Don’t Be Afraid” di Final Fantasy VIII, la “sigla” che accompagna ogni nostra vittoria sul campo di battaglia oppure condividere la mini-opera “Maria and Draco”, dal sesto capitolo, insieme ad altre persone è un emozione unica. capace di suscitare echi e ricordi wagneriani. per la forza con la quale i personaggi e i fatti della serie si sono incastonati nella nostra memoria collettiva. E con “Dont’ Be Afraid” di Final Fantasy IX la lacrimuccia è sempre dietro l’angolo.

I cento musicisti ci fanno comprendere ancora meglio anche la qualità, proprio a livello di composizione, del lavoro ventennale di Uematsu  (e dei successivi compositori che si avvicendati dal decimo capitolo in avanti). Ecco allora che la bellezza da un lato della musica e le emozioni che le storie e i personaggi legata ad essa suscitano, eleggono a pieno titolo il Maestro Uematsu  a “il Morricone dei videogiochi”, senza se e senza ma. E provate ad essere in disaccordo con questa nostra affermazione durante l’ascolto di “Zanarkand”, la canzone forse più iconica di Final Fantasy X.

Ah, un’ultima cosa. Tra il serio e faceto, il direttore d’orchestra Roth ha più volte detto: “Ok Square Enix, grazie di tutto ma per favore: fai uscire in fretta Final Fantasy remake, coraggio“. Noi non sappiamo quando e se questo remake uscirà, se magari sarà in uno o, addirittura, in più capitolo. Ma sappiamo una cosa: abbiamo una fottuta voglia di ritornare a Midgar, ok?

 

 

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