Proseguono le indagini sull’incidente stradale avvenuto lo scorso 6 dicembre sull’autostrada A5 Torino-Aosta, all’altezza di Volpiano, nel Torinese, che ha tragicamente causato la morte di una bimba di quasi tre mesi.
Il conducente del furgone coinvolto nel sinistro, attualmente indagato per omicidio stradale e omissione di soccorso, ha rilasciato dichiarazioni spontanee alla polizia stradale, ma ha fornito versioni contrastanti riguardo alla dinamica dell’incidente e al mancato intervento immediato.
Contraddizioni nelle dichiarazioni del conducente del furgone
Il veicolo a motore, intestato a una ditta locale, è stato sequestrato dagli agenti coordinati dalla Procura di Ivrea. Sulla carrozzeria del furgone sono stati rilevati i segni dell’impatto con la Fiat 500X, l’auto su cui viaggiavano la madre e la neonata. Secondo le prime ricostruzioni, dopo la collisione, la Fiat 500X è stata sbalzata contro le barriere in cemento laterali dell’autostrada. L’uomo al volante del furgone, pur essendo coinvolto nel sinistro, non si sarebbe fermato a prestare soccorso, circostanza che viene al momento attentamente valutata dagli inquirenti.
Le due versioni fornite dal conducente sono al vaglio degli investigatori, che stanno cercando di accertare la veridicità dei suoi racconti per chiarire il quadro complessivo dell’incidente. Le discrepanze nelle dichiarazioni complicano l’iter delle indagini ma rappresentano un elemento cruciale per ricostruire con esattezza quanto accaduto.
Un elemento centrale delle indagini riguarda le cause precise della morte della neonata. La piccola, dopo lo schianto, è stata sbalzata sull’asfalto insieme al seggiolino, che si è staccato dal sedile dell’auto. Successivamente è stata investita da un’altra vettura. La Procura di Ivrea ha disposto l’autopsia per stabilire se il decesso sia avvenuto a causa dell’investimento o se fosse già sopraggiunto in seguito all’impatto iniziale.

Parallelamente, gli esperti stanno concentrando l’attenzione sul seggiolino di protezione. L’ipotesi principale è che il dispositivo non fosse stato correttamente agganciato, motivo per cui si è sganciato durante il sinistro, aumentando così la vulnerabilità della bambina. Gli accertamenti tecnici sul seggiolino sono fondamentali per comprendere eventuali responsabilità legate alla sicurezza del mezzo e alla corretta installazione del sistema di ritenuta.
La Procura di Ivrea continua a coordinare le attività investigative con la polizia stradale, lavorando per chiarire ogni aspetto del tragico evento. Il fascicolo aperto include i reati di omicidio stradale e omissione di soccorso, tenendo conto della gravità del comportamento del conducente del furgone. Nei prossimi giorni, si attendono ulteriori sviluppi legati all’esito dell’autopsia e alle analisi tecniche sul veicolo e sul seggiolino.
