Sotto le fondamenta del Colosseo, tra le pietre antiche e i resti dell’anfiteatro più famoso del mondo, si apre un paesaggio inaspettato. Non è fatto solo di cunicoli e basamenti, ma di acque limpide, cavità naturali e corsi nascosti che raccontano una storia parallela a quella visibile in superficie. Esiste infatti un sistema di laghi sotterranei, poco conosciuto, che si estende per oltre due chilometri sotto il Celio, uno dei sette colli di Roma.
Queste vasche cristalline si sono formate in antiche cave risalenti al IV secolo a.C., originariamente scavate per ricavare materiali da costruzione. Col tempo, l’acqua ha preso possesso di questi spazi, creando un labirinto immerso nel silenzio. Le grotte si trovano sotto il convento dei Padri Passionisti e la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, proprio dove un tempo sorgeva un santuario dedicato all’imperatore Claudio.
Entrando in questi ambienti, si percepisce subito un cambio netto: la temperatura cala, l’umidità avvolge ogni superficie, e l’unico suono udibile è quello delle gocce d’acqua che cadono lentamente. L’acqua, infiltrandosi tra le rocce di tufo, si purifica naturalmente. Le pareti sono ricoperte da stalattiti, il fondo da sedimenti modellati nei secoli. Il termometro non supera mai i 10°C, l’aria resta stabile attorno ai 12°C. Un microclima costante che ha favorito la formazione di un ecosistema chiuso, con microrganismi ancora in fase di studio.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, alcune di queste cavità furono adattate a rifugi antiaerei, come dimostrano resti di fili elettrici rinvenuti in loco. Un utilizzo pratico e disperato, che aggiunge un ulteriore strato di memoria a questi ambienti già ricchi di storia e suggestione.
Un fiume sotterraneo dalle origini etrusche
Accanto ai laghi, un altro elemento sorprende chi si avventura in profondità: un fiume invisibile scorre proprio sotto il Colosseo. Pochi ne conoscono l’esistenza, eppure questo corso d’acqua ha origini antichissime, risalenti al tempo dei re etruschi. Partendo dalle zone intorno alla Basilica di San Clemente, il fiume prosegue sottoterra fino a raggiungere l’anfiteatro, mantenendo un tracciato costante.
Fu la dinastia dei Tarquini, nel VI secolo a.C., a incanalarlo nella Cloaca Massima, il grande sistema fognario che permise a Roma di bonificare le zone paludose attorno al Foro. Quel progetto di ingegneria idraulica resta uno dei più importanti mai realizzati nell’antichità. E ancora oggi, l’acqua continua a scorrere, muta, sotto la città.

Il fiume, che non ha un nome ufficiale, viene a volte definito il “terzo fiume di Roma”, accanto al Tevere e all’Aniene. Non ha mai smesso di seguire il suo percorso. Nessun sistema moderno l’ha deviato del tutto. Rimane lì, incastonato tra pietre, archi e fondamenta, a testimoniare la capacità dei romani di plasmare il proprio ambiente.
È questa stratificazione, questa convivenza di passato e presente, a rendere Roma un luogo irripetibile. Il sottosuolo, spesso ignorato o dimenticato, diventa qui parte viva della narrazione urbana, una cronaca fisica fatta di pietra, acqua e tempo.
Come visitare laghi e fiume nascosti
Questa porzione sotterranea di Roma non è sempre accessibile. Le visite guidate, condotte da speleologi e archeologi, sono rare e vanno prenotate con largo anticipo. La partenza è fissata nei pressi del Celio e la durata media del percorso è di circa un’ora e mezza.
Il costo è contenuto, 17 euro a persona, e comprende l’ingresso e l’accompagnamento degli esperti. Sono necessari scarponcini, torcia e abbigliamento comodo, poiché il tragitto è accidentato e scarsamente illuminato. L’accesso è vietato ai bambini sotto i dieci anni e a chi ha difficoltà motorie.
Attraversare questi spazi è più di una semplice esperienza turistica. È un’immersione in un altro tempo, una riscoperta della Roma nascosta, che scorre sotto i piedi di milioni di persone ogni giorno, invisibile ma presente.
Chi ha la possibilità di partecipare a una visita racconta di percorsi stretti, gallerie scavate a mano, pozze d’acqua limpida che riflettono la luce delle torce. E poi quel silenzio. Un silenzio denso, interrotto solo dal rumore dell’acqua che scende piano, senza fretta.
Roma, in questo suo volto meno noto, conserva una delle sue storie più affascinanti. E forse è proprio lì, sotto il Colosseo, nel buio di una cava antica o lungo il letto di un fiume senza nome, che si nasconde l’anima più profonda della città.