Il panorama delle misure di sostegno economico in Italia si arricchisce con l’introduzione di nuove regole riguardanti l’Assegno di Inclusione (Adi). Con il decreto emanato dal Ministero del Lavoro il 13 maggio 2025, la continuità del beneficio economico è ora strettamente legata alla frequenza scolastica dei figli minorenni. Questo cambiamento normativo, parte delle politiche di inclusione sociale, mira a garantire un diritto fondamentale: l’istruzione.
L’Assegno di Inclusione, un supporto economico destinato alle famiglie in difficoltà, è ora soggetto a un nuovo requisito essenziale. Per continuare a ricevere questo beneficio, i genitori devono dimostrare che i loro figli minori siano regolarmente iscritti a un percorso scolastico o abbiano già ottenuto un titolo di studio valido. La mancata soddisfazione di questi requisiti comporterà la sospensione dell’assegno, in linea con il D.L. n. 48/2023, convertito nella legge n. 85/2023.
Assegno di Inclusione, senza questo requisito perdi tutto
La verifica della frequenza scolastica sarà effettuata da un operatore sociale, incaricato di seguire la famiglia nella redazione del Patto per l’Inclusione Sociale (PaIS). Durante gli incontri, i genitori dovranno dimostrare che tutti i minorenni del nucleo familiare siano iscritti a scuola o abbiano conseguito un titolo di studio. Questo processo di verifica utilizza la piattaforma GePI, un sistema informativo che gestisce i dati relativi ai PaIS e consente un accesso rapido alle informazioni scolastiche.
Se i dati non sono disponibili online, i genitori avranno dieci giorni per presentare la documentazione necessaria. In caso di abbandono scolastico o di mancata iscrizione, l’operatore sociale potrà inserire nel Patto un impegno specifico da parte dei genitori per garantire la ripresa del percorso scolastico dei figli. È previsto un termine di sette giorni per risolvere la situazione, altrimenti l’Assegno di Inclusione sarà sospeso dal mese successivo. Il decreto non si limita a introdurre sanzioni, esso prevede anche misure di supporto per le famiglie in difficoltà. All’interno del PaIS possono essere programmati interventi di sostegno educativo, psicologico e sociale, destinati ad aiutare i genitori e a favorire la ripresa scolastica dei minori.
Questo approccio mira a garantire non solo il diritto all’istruzione, ma anche a rafforzare le competenze genitoriali in un’ottica di prevenzione e responsabilizzazione. Il monitoraggio mensile rappresenta un altro elemento cruciale di questo nuovo sistema. Attraverso questo controllo, si verificherà l’effettiva ripresa della frequenza scolastica da parte del minore e il rispetto degli impegni assunti dai genitori. Se, nonostante gli interventi di supporto, la situazione non migliora e l’assenza scolastica continua senza giustificazioni valide, la famiglia rischia di perdere definitivamente il diritto all’Assegno di Inclusione.

Questo intervento normativo si inserisce in un contesto più ampio di lotta contro l’abbandono scolastico, un fenomeno che continua a rappresentare una sfida significativa in Italia. Secondo le ultime statistiche, un numero preoccupante di ragazzi abbandona il percorso educativo, compromettendo le proprie opportunità future. Gli enti locali e le istituzioni scolastiche sono sempre più chiamati a collaborare per garantire che ogni giovane abbia accesso a un’istruzione di qualità, fondamentale per il loro sviluppo personale e professionale. Il legame tra sostegno economico e frequenza scolastica, introdotto con queste nuove regole, rappresenta quindi un passo importante verso una maggiore responsabilizzazione delle famiglie
. Non si tratta solo di un obbligo, ma di un’opportunità per le famiglie di investire nel futuro dei propri figli, assicurando loro un’istruzione adeguata. La sfida sarà quella di accompagnare e sostenere le famiglie in questo percorso, affinché possano superare le difficoltà economiche e sociali che spesso ostacolano l’accesso all’istruzione. In questo modo, lo Stato non solo offre un aiuto economico, ma si impegna anche a garantire che ogni bambino abbia la possibilità di crescere e svilupparsi in un ambiente educativo favorevole, contribuendo così a costruire una società più equa e inclusiva.