Ci sono regole che sembrano lontane e senza peso e apparentemente innocue, ma diventano improvvisamente urgenti quando ci si accorge che ignorarle ha un prezzo. Un prezzo che spesso non si paga solo in denaro, ma anche in seccature burocratiche e imprevisti decisamente poco piacevoli, da sbrogliare in fretta
Il bollo auto è uno di quei tributi che in molti sottovalutano, perché non legato direttamente alla circolazione stradale come l’assicurazione o la revisione. Forse è proprio questo il motivo per cui viene spesso dimenticato o lasciato in fondo alla lista delle priorità, portando a conseguenze molto più gravi.
I rischi del bollo arretrato
A differenza di altre tasse, il bollo è una tassa regionale e non influisce direttamente sulla possibilità di usare il proprio mezzo per circolare. Questo induce molti automobilisti a pensare che non pagarlo non comporti rischi immediati, tardando così tanto da dimenticarne in toto la scadenza.

Se si viene fermati alla guida di un’auto con bollo scaduto di per sé non si corrono rischi, non si ricevono multe o sequestri sul momento. Tuttavia, le sanzioni esistono e sono ben precise, infatti se si paga in ritardo, il rischio principale è dover aggiungere all’importo dovuto interessi e more.
Più passa il tempo e più aumenta il debito e dopo tre anni in assenza di pagamento, le Regioni possono avviare le procedure di riscossione. Lo fanno iscrivendo a ruolo l’importo dovuto e inviando quella che è a tutti gli effetti una cartella esattoriale che costringe al pagamento.
E qui le cose iniziano a complicarsi, perché se la cartella non viene saldata, si può arrivare davvero al fermo amministrativo del veicolo. Questo significa che l’auto non potrà più circolare finché non verrà pagato il debito, blocco che diventa revocabile solo una volta estinto l’importo indicato.
Ma il vero problema arriva quando il bollo auto non viene pagato per tre anni consecutivi e in questo caso agisce l’articolo 96 del Codice della Strada. Prevede che la Regione possa disporre la cancellazione d’ufficio del veicolo dal PRA, il Pubblico Registro Automobilistico e siamo solo all’inizio.
Da questo momento le forze dell’ordine possono ritirare anche le targhe e la carta di circolazione inerente al veicolo, rendendolo di fatto anche non vendibile. La normativa è dunque chiara, se il debito non viene saldato entro trenta giorni dalla notifica, si rischia di perdere l’auto, almeno dal punto di vista legale.