Quando si parla di futuro, c’è sempre un punto che mette tutti d’accordo, il bisogno di certezze, la necessità di avere una prospettiva. Ci vuole pianificazione per sapere quando si potrà finalmente rallentare, riposare e godersi il tempo libero dopo tanti anni di lavoro, andando in pensione.
Ma l’età minima pensionabile sembra allontanarsi sempre più e la pensione diventa quasi un miraggio per molti, che perdono completamente le speranze riguardo il ritiro. Fortunatamente una nuova legge pare essere stata messa in lista di attesa per una valutazione, che potrebbe cambiare il futuro delle pensioni italiane.
Una nuova legge per le pensioni
In Italia, la soglia per andare in pensione è attualmente tra le più alte d’Europa e nel nostro paese continua a cresce la preoccupazione. Così, mentre in altri paesi si aprono spiragli di flessibilità legislativa e a una gestione migliore del comparto pensionistico, l’Italia resta ampiamente indietro.

A lanciare l’allarme è la Uil, che chiede al Governo di riaprire il confronto con le parti sociali per una riforma strutturale del sistema previdenziale. La proposta è chiara, permettere l’uscita dal lavoro a 62 anni, senza penalizzazioni, un obiettivo che nasce proprio dal confronto con i modelli europei.
Nel resto d’Europa l’accesso alla pensione è più graduale e tiene conto del tipo di lavoro svolto, in Italia invece, si punta tutto sull’età anagrafica. Il dato è evidente, con 67 anni come soglia legale per la pensione, l’Italia si colloca sul podio insieme a Grecia, Danimarca e Paesi Bassi.
E secondo le stime, entro il 2060 si potrebbe arrivare anche a 71 anni, in base all’aspettativa di vita rilevata dall’Istat, in aumento positivo. Un trend che preoccupa soprattutto per chi svolge lavori gravosi e che sa già dovrà sottoporsi allo stress e allo sforzo fino alla vecchiaia.
In altri stati riforme sono già in atto, in Francia a 64 anni si va in pensione e sono consentite più vie di uscita. In Germania, Spagna e Irlanda si stanno adottando misure per accompagnare i lavoratori alla pensione con più gradualità, senza dare un taglio netto all’impegno lavorativo.
Nel rapporto si evidenziano anche altri segnali allarmanti, nel 2024, l’Inps ha registrato un calo del 15,7% nelle richieste di pensione anticipata rispetto all’anno precedente. Sono soprattutto donne e giovani a pagare il prezzo più alto, tra carriere discontinue, salari più bassi e lavoro di cura, l’accesso alla pensione si fa sempre più difficile.