Il sostegno alla disabilità resta uno dei pilastri del welfare italiano, ma dal 2026 cambierà volto. La Legge 104/1992 , normativa cardine che tutela i diritti delle persone con handicap e dei loro familiari, sarà oggetto di una revisione (molto) profonda.
L’obiettivo è razionalizzare i permessi lavorativi e i congedi straordinari garantendo un aiuto concreto a chi ne ha una reale necessità, andando a contrastare al tempo stesso i numerosi abusi registrati nel corso degli ultimi anni.
La stretta è contenuta nella bozza della Legge di Bilancio 2026, che apre la porta ad accertamenti più serrati sull’effettiva sussistenza dei requisiti sanitari, con lo scopo finale di garantire un sistema più equo e sostenibile.
Come cambiano i controlli sui permessi retribuiti
Il cuore della riforma riguarda i tre giorni di permesso mensile retribuito riconosciuti ai lavoratori che assistono un familiare disabile grave. Si tratta di un beneficio essenziale, spesso decisivo per garantire una presenza attiva accanto al congiunto non autosufficiente.
Ma negli anni, come spesso accade, non sono mancati casi di utilizzo improprio. Permessi legati strategicamente a weekend o festività, assenze non riconducibili ad attività assistenziali o (peggio ancora) richeiste avanzate senza un reale stato di necessità.

Ed ecco quindi che arriva la svolta. Dal 2026 il datore di lavoro potrà richiedere direttamente all’INPS verifiche aggiornate sulla permanenza della condizione che dà diritto al permesso. Non si tratterà di controlli invasivi ma di verifiche attivabili in qualsiasi momento in presenza di dubbi da parte del datore di lavoro.
Oltre a questo, la comunicazione tra gli enti pubblici diventerà più strutturata. Le pubbliche amministrazioni dovranno trasmettere regolarmente informazioni sui soggetti coinvolti e la tracciabilità dovrà essere il più possibile puntuale.
Stop all’uso improprio come “ponte” per la pensione
Maggiore attenzione anche sul congedo straordinario retribuito fino a due anni, previsto per chi convive con un familiare gravemente disabile. Anche in questo caso, infatti, sono stati rilevati usi impropri: casi di residenze fittizie o supporto in realtà marginale al congiunto non hanno potuto non mettere in luce le zone d’ombra di questo sistema.
La nuova normativa punta a verifiche costanti attraverso Commissioni Mediche ASL e strutture sanitarie convenzionate. L’obiettivo è evitare che la misura diventi un ammortizzatore improprio in vista della pensione.
Il Governo rivendica quindi una scelta orientata a rafforzare il principio di giustizia sociale. I benefici continueranno a essere garantiti a chi affronta con onestà l’impegno quotid, iano dell’assistenzama verranno tolti spazi alle distorsioni del sistema.
La riforma deve comunque ancora affrontare l’iter parlamentare, il testo potrà quindi subire modifiche o aggiustamenti.

