Nel mondo delle pensioni italiane esistono diverse soluzioni pensate per aiutare e sorreggere chi, per u motivo o per un altro, ha versato pochi contributi. Piccoli spiragli di luce in un sistema pensionistico sempre più in crisi ma, allo stesso tempo, in continuo mutamento verso, si spera, una futuro migliore.
Un esempio particolare è dato dal sistema contributivo, che interessa tutti coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995, data considerata uno spartiacque previdenziale. Un limite che definisce chi può accedere a formule più flessibili e chi, invece, deve restare ancorato a requisiti più rigidi rispetto alla pensione.
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Dopo quella data, è entrato in vigore il cosiddetto sistema contributivo puro e chi ha versato il primo contributo dopo quel periodo non può accedere al sistema retributivo. Può però contare su regole differenti e tra le principali novità c’è la possibilità di ottenere una pensione anche con soli cinque anni di versamenti.

A partire dai 71 anni, i cosiddetti “contributivi puri”, possono accedere alla pensione di vecchiaia anche se non hanno maturato i canonici 20 anni di contribuzione. Un’opportunità che non esiste per chi ha iniziato a versare contributi prima del 1996 e che rappresenta un’ancora di salvezza per molti lavoratori intermittenti.
Non finisce qui, sempre i contributivi puri, se in possesso di almeno 20 anni di contributi, possono richiedere la pensione anticipata già a 64 anni. C’è una sola condizione da rispettare, l’importo maturato deve essere pari ad almeno tre volte l’assegno sociale, ovvero 1.616,07 euro al mese nel 2025.
Per le lavoratrici madri, poi, il discorso si fa ancora più interessante, perché con uno o più figli l’importo minimo richiesto si riduce interiormente. Con un solo figlio scende a 1.508,33 euro, mentre con due o più figli si abbassa ulteriormente a 1.400,60 euro mensili.
Le madri hanno inoltre diritto anche a benefici alternativi, possono applicare anche un coefficiente di trasformazione più favorevole che migliora il calcolo dell’assegno. Con due figli si usa quello dei 65 anni, con tre o più quello dei 66, più vantaggioso rispetto al classico coefficiente dei 64 anni.
In alternativa, ogni figlio consente anche uno “sconto” sull’età di pensionamento, arrivando quattro mesi per ogni figlio, un vantaggio più che reale e importante. Con quattro o più figli, si può arrivare a uscire dal mondo del lavoro a 62 anni e 8 mesi, anticipando di non poco la pensione.