Geek
di Mattia Nesto 4 Marzo 2019

L’Apocalisse multicolorata di Far Cry New Dawn

Lo spin-off di Far Cry 5 sviluppato da Ubisoft è una festa per gli occhi in technicolor

L’intro di Far Cry New Dawn, lo spin-off del fortunato Far Cry 5 sviluppato da Ubisoft, è un concentrato di brutalità sanguinaria, immaginario post-apocalittico vagamente redneck e esplosione di colori paragonabile a pochi altri titoli. Infatti il nuovo titolo della serie ci offre un’esperienza totalizzante immergendoci nelle valli di Hope Country, la “mitica” regione del Montana esplorata in Far Cry 5 ed oggi riproposta, giustappunto, in fase post-atomica. Già perché siamo di fronte non soltanto ad un territorio, di larghissime proporzioni, ma anche e soprattutto ad una comunità che, tra mille e mille difficoltà, si deve risollevare dopo il fallout atomico che ha distrutto la civiltà per come la si conosceva. Ecco dunque la sensazione di “anno zero dell’umanità” che si vive praticamente ad ogni angolo della mappa di gioco (organizzata nel più classico degli stili “open-world alla Ubisofot”) con però un tocco di colore e di natura selvaggia (e per questo motivo meravigliosa) ancora maggiore.

Prendendo spunto direttamente dal capitolo precedente, come si diceva prima, addirittura con la citazione presenza di personaggi molto noti ai giocatori del quinto episodio, in questo Far Cry New Dawn quello che salta agli occhi, subito dopo gli sfavillanti colori (con una predominanza per il più bel fucsia di questa ottava generazione videoludica) sono le due antagoniste principali, ovvero le famigerate twin sisters Mickey e Lou. Queste due sorelle, caratterizzate per un abbigliamento a metà strada tra un gruppo punk e una crew di motociclisti da cross, si segnalano fin da subito per la loro estrema brutalità unite ad un gusto, piuttosto teatrale, per la violenza gratuita e le uccisioni in grande stile. Loro due comandano con fare distopico una banda di guerriglieri in motocicletta e jeep soliti scorrazzare con musica a palla per Hope County alla ricerca di comunità da depredare, tributi da riscuotere e gente da traumatizzare. Neanche a farlo apposta, il nostro compito (che impersoniamo un anonimo protagonista, anche qui un grande classico della serie Ubisoft) è quello di fermarle.

Per farlo dovremo risvegliare lo spirito combattivo delle comunità sperse nella vallata, andando a recuperare, almeno nelle fasi iniziali di gioco, una serie di esperti e di persone qualificate utili, anzi utilissime per fa progredire il nostro armamentario (composto quasi integralmente da armi assemblate con nastro adesivo e pezzi di altre cose, come l’incredibile “spara-seghe” di cui veniamo gentilmente “omaggiati” proprio ad inizio gioco) e “sbloccare” la possibilità di avvalerci di preziosi alleati durante le nostre missioni. Infatti se Far Cry New Dawn è stato pensato, evidentemente, per essere giocato in gruppo, grazie ad un sistema di shooting dinamico e intuitivo, il titolo può essere goduto integralmente e senza problemi in solitaria, grazie alla possibilità, giustappunto, di “ingaggiare” per il proprio roster una serie di alleati, così da rendere lo sparatutto ancora più coinvolgente.

L’introduzione di alcune dinamiche “à la gioco di ruolo”, ovvero la presenza di nemici con livelli di forza maggiorati o anche lo sviluppo dello stesso personaggio fatto, giustappunto, a seconda dello sviluppo di caratteristiche proprie ha fatto storcere il naso a molti ma, in realtà, il feeling sempre molto caciarone e votato al divertimento di Far Cry è rimasto intatto. Insomma non siamo alla svolta di una Far Cry New Dawn serioso e rigido come un gdr, tranquilli e si potrà ancora sgominare un avamposto di banditi armati “solo di un coltello e di tanta fantasia” ma la possibilità di evolvere il proprio personaggio e di riconoscere nemici particolarmente coriacei dona una profondità al gameplay praticamente inedito per la serie.

Prima abbiamo ricordato come non saremo da soli ad affrontare le Sister. Ed è vero dato che potremo fare affidamento su tutta una serie di alleati, che potremo richiamare, una volta “sbloccati” o liberati, comodamente dal menu del nostro roster. C’è da dire che il nostro alleato preferito, senza ombra di dubbio, è stato Timber, il simpatico cagnolone che abbiamo liberato dall’orrida prigione di un pazzo che si nutriva dei cani che teneva in catene (dato che era convinto, così facendo, di acquisirne la forza e i sensi sviluppati).

Andarsene in sidecar con, nel posto del passeggero, il nostro fidato Timber pronti a fare il culo alle gemelle immersi in un mondo di gioco brulicante vita e bellezza ( con tantissimi fiori, piante e animali) è stata davvero una bellissima sensazione e la trama, meno banale di quello che sembri, man mano che l’esplorazione andava avanti ha davvero lanciato qualche sorpresona inattesa. Insomma il mondo di Far Cry New Dawn non è solo bellissimo da vedere ma anche da “giocare”: e ora scusateci ma Timber ha fiutato un razziatore che sta portando un civile in un posto isolato per un’esecuzione. Inutile dire che quel “cresta-munito” amico delle Gemelle non vedrà la prossima alba.

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