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L’unione fa la forza con Marvel’s Avengers

Oggi è il gran giorno in cui i più iconici supereroi della Marvel (più qualche sorpresa ad hoc) “invadono” il mondo dei videogiochi. Oggi esce Marvel’s Avengers che, nelle settimane scorse (a partire dalla pre-Beta dello scorso agosto) abbiamo avuto modo di provare in lungo e in largo, raggiungendo l’end-game dopo circa quindici ore di campagna principale.

Partiamo subito da un presupposto, così da togliere dal campo ogni possibile tipo di dubbio:  Marvel’s Avengers non è una specie di nuovo Marvel’s Spider-Man.  Tanto il titolo degli Insomniac Games  era colorato, specifico e ricco di sequenze iper-spettacolari, tanto questo Marvel’s Avengers va nella direzione opposta: rendere il mondo dei Vendicatori Marvel una sorta di universo continuo, in cui il giocatore di turno, grazie a un matchmaking, fortunatamente migliorato tantissimo rispetto alle versioni alfa e beta, potrà immergersi in missioni cooperative con partecipanti provenienti da tutto il mondo. Quindi il vero valore aggiunto di questo gioco sugli Avengers, oltre alle tonnellate di licenze, è la proceduralità che lo rende infinito o quasi.

 

La campagna principale, se giocato a livello normale, può essere portata a compimento in dieci-dodici ore, quindici se proprio si vuole essere minuziosi nell’esplorazione di mappe di gioco, sappiate che a parte quelle iniziali, si ripetono quasi sempre con schemi fissi: una starter-zone abbastanza ampia, con una direzione principale ben evidente e qualche bivio (dove poter trovare potenziamenti e collezionabili) e poi, via via, un corridoio che si restringe sempre di più sino ad arrivare alla sala finale, collegata, nove volte su dieci, da un ascensore che fa accedere alla boss-fight. I combattimenti non saranno iper-tecnici come un Devil May Cry, ovviamente, però i boss che cambiano i loro attacchi a fasi rendono la sfida, in certe occasioni, interessante e stimolante anche per il giocatore più scafato.

Se le missioni non brillano certamente per originalità, a impressionare è la possibilità di impersonare un numero crescente di eroine e eroi, tutte e tutti con abilità, peculiarità e caratteristiche differenti l’una dall’altro. Ecco, una cosa veramente preziosa di Marvel’s Avengers è che, praticamente ogni personaggio selezionabile, racchiuderà in sé una sorta di “crito-gioco” unico: con Iron-Man avrete modo di giocare a una versione semplificata di un simulatore di mecha, con Black Widow (che è rimasta la nostra preferita) diventerete protagonisti di uno sparatutto action con elementi da spy-story e con Hulk, beh con un Hulk avrete una specie di God of War in salsa verde.

 

 

Certamente, al di là del nostro gusto personale, alcuni personaggi ci hanno convinto molto meno rispetto ad altri (vero Thor? Vero Kamala?), però è il senso complessivo del gioco ad averci favorevolmente stupito. Forse perché, sin dagli anni Novanta, siamo ascoltatori di post-rock e math-rock, la sequenzialità di alcune missioni e la loro ripetitività non l’abbiamo vissuta come un difetto, anzi: esattamente come certe interminabili e deliziose tracce dei Tortoise o, dopo di loro, dei Battles, allo stesso modo le missioni di Marvel’s Avengers ci hanno riempito i pomeriggio di questo fine dell’estate.

Quindi se amate i giochi à la The DivisionDestiny, in cui la proceduralità e la possibilità di condividere insieme a altri giocatori le varie missioni, Marvel’s Avengers è un’ottima scelta. Ma anche se siete un po’ arrugginiti rispetto ai videogiochi e avete comunque seguito al cinema o nelle serie tv le peripezie degli eroi della Marvel, un titolo del genere fa al caso vostro.

 

Meditando bene l’acquisto di un gioco multipiattaforma come questo (e che sarà seguito negli anni a venire con consistenti aggiornamenti e campagne, come quella già annunciata incentrata su Hawkeye ), Marvel’s Avengers (con qualche calo di frame ancora da aggiustare e certe macchinosità incomprensibili, come il fatto di dover ripetere la stessa missione, facendo le medesime azioni con due personaggi differenti) ci ha convinto e ci ha conquistati. Alla fine dei conti, chi di noi, almeno una volta in pomeriggio a caso degli anni Novanta, non ha sognato di “essere l’incredibile Hulk”? Ecco, ora con Marvel’s Avengers lo si potrà impersonare senza rischiare di lesionare in modo definitivo il vostro tinello.

Marvel’s Avengers

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Mattia Nesto

Fa che la morte mia, Signor, la sia comò 'l score de un fiume in t'el mar grando

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Mattia Nesto

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