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di Mattia Nesto 7 Giugno 2023

War (horror) poets in Amnesia: The Bunker

L’iconica serie horror torna con Amnesia: The Bunker. Un capitolo riuscitissimo.

Amnesia:The Bunker aka “colpo singolo”  Amnesia:The Bunker aka “colpo singolo”

Amnesia: The Bunker è un capitolo veramente riuscito di una delle serie più iconiche e rappresentative del survival-horror in prima persona di questi anni. Dopo averlo provato su Xbox Series X (disattivando il, almeno per me, motion-blur, particolarmente invasivo) non posso che lodare e consigliere il lavoro del team di Frictional Games che, a questo giro, ci porta in mezzo agli (h)orrori della Prima Guerra Mondile. Dopo un veloce, e non particolarmente incisivo prologo, siamo infatti gettati sottoterra, in un bunker che assomiglia molto di più a una sorta di ospedale/prigione/manicomio criminale. Armati praticamente di una torcia, per altro da ricaricare “col filo”, facendo rumore, ci metteremo ben presto alla ricerca e del nostro compagno d’arme che abbiamo perduto di vista durante un attacco nemico (forse è morto, forse no) e di una via di fuga.

Il senso di claustrofobia, come potrete immaginare, è acuito dagli ambienti stretti, sempre sotterranei (o ctoni, fate voi), male illuminato e contraddistinto da rumori inquietanti: quelle esplosioni sono l’ennesimo bombardamento dei tedeschi od altro. Mano mano che ci addentriamo in questo bunker-ospedale ci troveremo davanti a degli orrori inimmaginabili. Una delle prime stanze che ho aperto, completamente al buio, “nascondevo” una ventina, forse più, di cadaveri completamente bruciato. Una scena macabra che sarà solo una di una lunga serie.

Felici incubi con Amnesia:The Bunker  Felici incubi con Amnesia:The Bunker

Amnesia: The Bunker gioca con il sottile filo della speranza, dandoci un paio di strumenti in più rispetto a questo tipo di avventure, qualche arma ma sempre con un “prezzo” da pagare: magari avremo sì una pistola, ma sarà a colpo singolo o comunque i proiettili, da inserirsi uno ad uno nel caricatore, saranno sempre e comunque contati. Giocato in difficoltà normale, con la morte che è l’arte integrante del gameplay (nella più classica formula del trial&errore per addivenire alla soluzione) questo videogioco è un titolo horror di alta scuola, da 8.8 pieno, con un’atmosfera (quasi) unica nel suo genere e che mette la voglia di recuperare/riscoprire i war poets. Consigliatissimo.

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